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Ritratto d'autore: Max Reger (1873-1916)

in onda giovedì 28 gennaio alle 17,00

Ritratto d'autore: Max Reger (1873-1916)Max Reger nasce nel 1873 in Baviera; studia pianoforte, organo e poi composizione con Hugo Riemann al Conservatorio di Wiesbaden, dove egli stesso insegna fino al 1896; trasferitosi a Monaco nel 1901 in cerca di maggiori opportunità, Reger non trova invece grandi consensi alle sue composizioni (l'emarginazione dall'ambiente cattolico è anche dovuta al suo matrimonio con una divorziata protestante), per quanto continui la sua attività di insegnante e pianista.

A Lipsia, dove visse dal 1907, fu insegnante di composizione al Conservatorio e direttore musicale dell'Università, attivo come pianista e direttore d'orchestra a livello internazionale; tra i suoi allievi ricordiamo Georg Szell.

Uomo di grandissima energia e sensibilità (che lo porterà più di una volta a disagi di natura emotiva di tipo depressivo) Reger continua i suoi spostamenti; nel 1911 diviene direttore dell'Opera di Corte di Meiningen fino allo scioglimento della stessa nel 1914; dopo un breve periodo a Jena farà ritorno a Lipsia dove muore d'infarto nel 1916.

Fermo assertore della musica assoluta, nell'ampio corpus delle sue opere (146 più le 80 senza numero d'opera) Reger coltivò moltissimi generi musicali (tranne l'opera, per quanto Wagner fosse stato tra i suoi geni ispiratori) e la sua importanza nella storia della musica tedesca è quella di aver traghettato la tradizione germanica di stampo brahmsiano fino al XX secolo.

Tutte tedesche sono peraltro, come abbiamo visto, le sue fonti d'ispirazione: prima fra tutte la musica di Bach, dalla quale Reger mutua l'amore per la polifonia e la severità contrappuntistica, oltre a coltivarne fino alle estreme conseguenze alcune forme specifiche come la fuga, che amava particolarmente ("Gli altri scrivono fughe, io ci vivo dentro").

Uno dei massimi estimatori della musica di Reger fu proprio quello Schoenberg che si sarebbe emancipato totalmente dalla tradizione di stampo germanico; paradossalmente un'opera pedagogica di Reger "Contributi allo studio delle modulazioni" (1903), appare un piccolo scalino proprio verso la rivoluzione armonica schoenberghiana; un piede nel passato contrappuntistico e l'altro nel futuro atonale, così che la sua musica diviene troppo radicale per i gusti conservatori e guarda troppo al passato nell'opinione delle giovani generazioni.

Datata 2004 è l'incisione che vi proponiamo della Seconda sonata per violoncello e pianoforte op. 28 (1898) che i due solisti (Emmanuelle Bertrand al violoncello e Pascal Amoyel al pianoforte) sanno rendere con grande lirismo.

Eine Romantische Suite è una composizione orchestrale del 1912, periodo di grande energia creativa, ed è il primo tentativo di Reger di avvicinarsi alla musica a programma; Reger aveva diretto più volte il "Prélude a l'apres-midi d'une faune" di Debussy e se ne sentono qui chiari gli influssi (si veda l'inizio con il flauto solo del primo movimento, "Notturno").

Come notato da alcuni studiosi, un segno distintivo della scrittura di Reger, oltre alla fin troppo sottolineata irrequietezza armonica e alla complessità contrappuntistica, è la sua abilità di orchestratore; questa qualità deriva naturalmente (come anche in Richard Strauss e in Mahler) dalla esperienza pratica della direzione d'orchestra.

Nella musica orchestrale di Max Reger si aggiunge però anche una sensibilità per le sfumature sonore e della strumentazione strettamente correlata con la prassi organistica (che, ricordiamo, Reger coltivò a lungo) e con la consuetudine con i vari registri dello strumento.

Ecco allora che, a fine programma, possiamo ascoltare un esempio in cui la tradizione della musica corale e l'amore per il repertorio organistico danno vita ad una massiccia composizione sinfonico corale con l'ausilio dell'organo, il Salmo 100 "Jauchzet dem Herrn" composto tra il 1908 e il 1909.

The Max Reger Foundation of America
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