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Epistolari: dal carteggio tra Wolfgang Amadeus Mozart e il padre Leopold

in onda venerdì 15 maggio alle ore 20,00

Epistolari: dal carteggio tra Wolfgang Amadeus Mozart e il padre Leopold Parigi, 9 luglio 1778

Monsieur, mon Trés cher Pére!
Spero che sarà pronto a ricevere con animo fermo una notizia delle più tristi e dolorose; la mia ultima del 3 l'avrà preparata a non attendersi nulla di buono. Quello stesso giorno, il 3, alle 10 e 21 minuti della sera, mia madre ha serenamente reso l'anima a Dio; quando le ho scritto già godeva delle gioie celesti. Tutto era già finito. Le ho scritto nella notte. Spero che lei e la mia cara sorella mi perdoneranno questo piccolo e tanto necessario inganno. Giudicando infatti dalla mia sofferenza e dal mio dolore quale sarebbe stato il vostro, non ho avuto cuore di sorprendervi così all'improvviso con questa spaventosa notizia.
Ho sofferto molto, ho pianto molto, ma a cosa poteva servire? E dunque ho dovuto consolarmi; fate anche voi così, caro padre mio e cara sorella! Piangete, piangete tutte le vostre lacrime, ma poi consolatevi. Pensate che l'onnipotente ha voluto così.

Parigi, 31 luglio 1778

Monsieur mon trés cher Pére!
a causa della lunga malattia della mamma in questo periodo non ho frequentato nessuno, e due delle mie allieve sono in campagna e la terza, la figlia del duca di Guines, sta per sposarsi e non ha più intenzione di continuare, il che non è poi un gran danno per il mio onore.
E neppure ci perdo niente, perché quello che mi paga il duca qui lo pagano tutti. Immagini che il duca di Guines, da cui dovevo andare tutti i giorni e restarci due ore, mi ha fatto fare ventiquattro lezioni, mentre qui tutti pagano dopo dodici lezioni, se n'è andato in campagna, è tornato dieci giorni dopo senza farmi sapere nulla (se non fossi stato tanto indiscreto da informarmi io stesso, non saprei ancora che è tornato) e alla fine la governante ha tirato fuori una borsa dicendo: «Mi scusi se per questa volta le pago solo dodici lezioni, è perché non ho denaro». Che distinzione! E mi ha dato tre luigi d'oro aggiungendo: «Spero che lei sia soddisfatto, altrimenti la prego di dirmelo». Il signor duca non ha dunque neppure una briciola d'onore e ha pensato: «Costui è un giovanotto e per di più uno stupido tedesco come dicono tutti i francesi dei tedeschi sarà dunque più che soddisfatto». Ma lo stupido tedesco non è stato per niente soddisfatto e non l'ha mandata giù. Insomma, voleva pagarmi due ore come fossero una sola. E questo per riguardo, perché sono quattro mesi che ha un mio concerto per flauto e arpa che ancora non ha pagato...


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