Fuori orario

Dal 2 all'8 settembre 2018

In onda dal 2 all'8 settembre 2018

Domenica  2 settembre    2018                                 RAI3                 dalle  00.30  alle   06.00   (330’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

VENEZIA, IL CINEMA: FONDAMENTA DEGLI INVISIBILI

(4)

 

 

a cura di Simona Fina, Paolo Luciani, Roberto Turigliatto

 

A PROPOS DE VENISE               prima visione tv FILM
(Francia, Svizzera, 2013, col., 22'27” , v.o. francese con sottotitoli italiani) 

Regia:
Jean-Marie Straub

Gloria e crollo della grande Repubblica (di Venezia): le ragioni sono molteplici, complesse, storiche, psicologiche e umane, fin troppo umane. Sono gli stessi ingredienti la cui miscela e i cui movimenti decideranno se e in che condizioni l’Europa attuale sopravviverà? Jean- Marie Straub ci pone la domanda.Nel 1902, dopo diversi viaggi in loco, Maurice Barrès pubblica La mort de Venise. Nel 2014 Jean-Marie Straub isola nove pagine e ne fa un film, À propos de Venise, con un lago al posto dei canali. Per entrambi, la Serenissima è già perduta nel '700, quando due “cariatidi” come Goethe e Chateaubriand la frequentano.Tre punti nello spazio, ciò che resta di un movimento che immagino da sinistra a destra. Tre inquadrature fisse. 1) Un tronco d’albero sulla riva del lago. 2) Un grosso ramo che posa sull’acqua. 3) Una donna seduta, un microfono, un prato e il lago alle spalle. Il testo re-citato, le pause, le cesure: gli a capo corrispondono a precisi stacchi sull’asse. È un moto ondoso testuale, tipografico, che si lega a quello lacustre. Idea di ritmo e contrappunto: la massa d’acqua, la luce, le anatre, gli insetti, il testo. Tre inquadrature. Poi uno stacco, un blocco di nero, ci catapulta davanti agli occhi un’inquadratura di Chronik der Anna Magdalena Bach (1967): BWV 205, Zerreißet, zersprenget, zertrümmert die Gruft (Lacerate, devastate e distruggete la tomba). Con un ghigno selvaggio, Bach aveva composto il suo “dramma per musica” pensando a Virgilio e a Eolo, con i suoi venti distruttori. Sono loro che creano le onde? E cosa distruggono? (Trop tôt trop tard – 1982, due grattacieli gemelli riflessi nel Nilo si sfaldano nello sciabordio dell’acqua.)Il recitato e l’aria di Bach sono posti in posizione inedita – dialettica. Si pensi a Proposta in quattro parti, Cézanne o al recente Kommunisten: è la stessa rigidezza del concetto di filmografia ad entrare in crisi. Logica dell’essai – non si tratta di trasgredire una forma, quanto di testarne i limiti, coglierne la dimesione prismatica verificandone le variabili.Giocare la partita coi flutti, direbbe Mallarmé. Creare correnti sotterranee tra i film. Forse la storia del cinema non è altro che il processo interminabile di una “ricaduta” filmica simile al moto ondoso. Nulla è fisso”.(Rinaldo Censi, Film parlato,  11 aprile 2015)



VIDROS PARTIDOS FILM 
(t.l., Vetri rotti, Spagna/Portogallo, 2012, colore, dur, 36’ 27”, v. o. sott. italiano)

Regia: Victor Erice

Vidros Partidos mostra i locali della ex fabbrica di filatura e tessitura di Rio Vizela, una delle piùgrandi industrie tessili in Europa, fondata nella metà del XIX secolo e chiusa nel 2002. Erice raccoglie, con la sensibilità che contraddistingue tutti i suoi film, le testimonianze degli exdipendenti   della   fabbrica,   prendendo   atto   dei   cambiamenti   di   una   classe   industriale   che   sta scomparendo.
Vidros Partidos  è il segmento realizzato da Erice per il film collettivo  Centro Histórico  (2012),composto da altri tre film ad opera di Aki Kaurismäki, Pedro Costa e Manoel de Oliveira. Un’opera realizzata nell’ambito dei progetti per Guimarães 2012 Capitale Europea della Cultura.Il cineasta risponde nuovamente alla richiesta di realizzare un lavoro su commissione. In questa occasione non solo non parla di se, come del suo paese, la Spagna, anche se avrebbepotuto   concretizzarvi   un’opera   simile;   questo   è   un   film   pienamente   portoghese,   dove   tutto   è portoghese, ad eccezione del cineasta. Non c’è finzione in quest’opera, ci sono solo i ricordi evocati dagli stessi protagonisti mentre  raccontano le loro storie, le loro vite biologiche-lavorative, fino a quando   questi   due   aspetti   si   confondono   del   tutto.   Questi   uomini   e   queste   donne,   fatalisti   e rassegnati,   bravi   narratori   orali   davanti   all’attenta   e   rispettosa   cinepresa   con   la  quale   Erice   li riprende, interpretano sinteticamente se stessi. Ancora 35 minuti, come per  La Morte Rouge, ma questa volta a colori e facendo raramente ricorso alle immagini del passato. Erice lascia alla forza della parola viva, espressa nei gesti e sui volti di queste donne e uomini, alcuni dei quali giovani e altri più maturi, il potere di ricreare e immaginare il tempo trascorso”. (Miguel Marías)



FRAMMENTI ELETTRICI  N. 1 – ROM
(Italia, 2001, col., 13’)
Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi 

FRAMMENTI ELETTRICI N. 2 – VIETNAM
(Italia, 2002, col., 9’)
Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi 

FRAMMENTI ELETTRICI N. 3 – CORPI
(Italia, 2002, col., 10’)
Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi 

I primi tre titoli della serie “Frammenti elettrici” – nella quale Gianikian e Ricci Lucchi lavorano su materiali amatoriali in formato ridotto ritrovati.  ROM: Zingari in Italia. Anni ’40. Emigrazione di una famiglia su un carro tirato da un cavallo. La camera 8 mm crea un ritratto delicato, “Ospitale”. Attitudini “modello” del gruppo familiare che ospita gli zingari. VIETNAM. Vietnam francese. Primi anni cinquanta. Film di caserma coloniale. Aspetti della città sotto occupazione, percorsi a piedi, in bicicletta. Erotismi…su formato ridotto. CORPI. Voyeurismo amatoriale in epoca pre-televisiva, in casa. Il vedere e girare film privati. 

FRAMMENTI ELETTRICI N. 4 – ASIA
(Italia, 2005, col., 33’)

FRAMMENTI ELETTRICI N. 5 – AFRICA
(Italia, 2005, col., 30’)
Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi 

Nei numeri 4 e 5 della serie “Frammenti elettrici” gli autori esaminano incontro con l’Altro. Gianikian e Ricci Lucchi ripercorrono continenti e popolazioni attraverso film  di privati che viaggiano in Asia e Africa nei primi anni ‘70. Un lavoro per smontare le propagande folcloristiche dello “sviluppo” del turismo in paesi che subiscono devastazioni, guerre, massacri. 

NEWS FROM HOME / NEWS FROM HOUSE
(Israele/Francia/Germania, 2005, col., dur. 98'34”, v.o.sott.it.)
Regia: Amos Gitai

Ultima parte di un progetto girato da Gitai nel corso di venticinque anni, che racconta la storia di una casa di Gerusalemme e dei suoi abitanti. Facendo seguito ai precedenti House e A House in Jerusalem, già trasmessi da Fuori Orario, Gitai racconta ancora una volta i rapporti tra israeliani e palestinesi, tra abitanti passati e presenti. Il vecchio spazio comune si e' ormai decomposto nello spazio mentale dell'esilio, interiore o esteriore.

Venerdì  7 settembre 2018                               RAI3              dalle  01.20  alle   06.00   (280’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

 

VENEZIA, IL CINEMA: FONDAMENTA DEGLI INVISIBILI

(5)

 

 

a cura di Simona Fina, Paolo Luciani, Roberto Turigliatto

 

 

MAPS TO THE STARS                                         FILM
(Id., USA 2014, col., 107’20”)

Regia: David Cronenberg
Con:  Julianne Moore,  Mia Wasikowska,  John Cusack, Sarah Gadon, Robert Pattinson, Olivia Williams

Los Angeles, il mondo della star e delle illusioni. La famiglia Weiss è ossessionata dalla celebrità. Il tredicenne figlio Benjie è una star della tv ed è finito recentemente in riabilitazione per droga. L'estraniata figlia Agatha è appena uscita da un ospedale psichiatrico e stringe amicizia con l'autista di limousine Jerome, anch'egli aspirante attore. Il padre Sanford  è un  autore di successo e anche  un famoso guru al servizio delle star, tra cui  Havana Segrand, un'attrice il cui sogno è di interpretare il ruolo della madre morta, anche lei famosa attrice, in un nuovo film. Agatha diviene l’assistente della star e le pulsioni di morte. Prendono il sopravvento. Nel riprendere una sceneggiatura  di Bruce Wagner, scritta nel corso di decenni, David Cronenberg mette in scena  la  città delle stelle come  un universo di fantasmi dominato dalla follia e dalla morte. 



COSMOPOLIS                            FILM
(Usa, 2012, col, 106’)

Regia: David Cronenberg
Con: Robert Pattinson, Samantha Morton, Jay Baruchel, Paul Giamatti

Il miliardario Eric Packer, dopo una disastrosa giornata a Wall Street, decide di attraversare Manhattan a bordo della sua limousine per raggiungere dall'altra parte della città la bottega del suo barbiere di fiducia. Non vi è alcuna necessità reale, si tratta di una scelta bizzarra, una specie di scommessa con se stesso e con le numerose ritrose che guastano la sua pettinatura. L'auto procede a passo d'uomo, New York è bloccata: la visita del Presidente degli Stati Uniti d'America, il funerale di una celebre star del rap e, non ultima, una manifestazione di anarchici ne paralizzano il traffico…L’apocalisse è vicina…“Un corpo chiuso in una limo stretch. Una di quelle che guida Edith Scob in Holy Motors di Leos Carax, per intenderci. Un ventre asettico protegge un broker dell’altissima finanza. Uno di quelli in grado di calcolare il tempo in base all’oscillazione del valore del denaro. Uno che determina il futuro decidendo di vendere o comprare delle azioni.” (Giona A. Nazzaro)


 

 

Sabato    8      settembre   2018           RAI3                           dalle 02.25 alle 6.00  (215')                       

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto 

 

presenta

 

 

VENEZIA, IL CINEMA: FONDAMENTA DEGLI INVISIBILI

(6)

 

a cura di Simona Fina, Paolo Luciani, Roberto Turigliatto

 


MONTE FILM
(Id., Italia/USA/Francia, 2016, col., dur., 102’06”)

Regia:
Amir Naderi
Con:
Andrea Sartoretti, Claudia Potenza, Zaccaria Zanghellini, Anna Bonaiuto

In un Medioevo non ben precisato una famiglia composta da Agostino, dalla moglie Nina e dal figlio Giovanni vive in un piccolo villaggio situato ai piedi di un’enorme montagna che lo sovrasta e che impedisce alla luce del sole di illuminarlo e di rendere così coltivabile il terreno circostante. A dispetto di chi gli consiglia di andare a cercare fortuna altrove, Agostino invece decide di restare perché è convinto dell’importanza delle proprie radici. Inizia così una sua personale lotta contro la montagna.“Per rendere qualcosa possibile in ogni momento, paga con il tuo cuore, abbi fede e sii paziente. Non mollare finché non ci arrivi. Perché questo è il dono dell’essere umano: la sfida.L’Italia, con la sua cultura, la sua lunga storia e il suo background complesso, è uno dei paesi più interessanti al mondo. Sono convinto che più di qualsiasi altro paese abbia prodotto geni che hanno cambiato il corso della civiltà. Questa è la ragione per cui questa volta ho scelto di girare il mio nuovo film qui”. (Amir Naderi). Dopo l’ottima accoglienza della stampa internazionale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2016, dove è stato presentato Fuori Concorso e dove il regista Amir Naderi ha ricevuto il premio “Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker”, Monte è l'unico titolo italiano selezionato dal MoMA di New York all'interno dell'annuale rassegna, "The Contenders 2016", organizzata dal Museo di Arte Contemporanea insieme all'Hammer Museum di Los Angeles. 


IL TEMPO SI È FERMATO FILM
(Italia 1959, b/n, 82’) 

Regia, soggetto e sceneggiatura:
Ermanno  Olmi
Con:
Natale  Rossi, Roberto  Severo,  Paolo  Quadrubbi (attori non professionisti) 
Produzione.
Edison Volta

Un anziano ed esperto uomo di montagna ed un giovane studente sono i due guardiani di una grande diga vicino all'Adamello. Il ragazzo ha accettato di andare lassù, pensando di tutto il tempo di prepararsi per gli esami. I rapporti tra lo studente e il guardiano, sono sulle prime caratterizzati da un certo imbarazzo; ma a poco a poco l'atmosfera si sgela e il montanaro è felice di insegnare al  giovane sprovveduto quello che lui ha imparato dall'esperienza della vita. Quando i disagi a cui il giovane non è abituato e la troppa solitudine gli provocano degli accessi di febbre, è proprio l’anziano a curarlo amorevolmente. E’ quella vita a contatto con la natura, lontano dalla civiltà, vicino alle cime delle montagne e in un silenzio assoluto, a dare la sensazione che lì il tempo si sia  davvero fermato. Presentato alla Mostra di Venezia del 1959. 

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