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Nunzio Filogamo

pizzi latilla
Nilla Pizzi e Gino Latilla

Per un po’ basta con lo sport! Cambiamo genere, che di cose in Radio ce ne sono state tante.

Vogliamo parlare invece di quei personaggi che alla Radio Italiana hanno dato lo stile il colore e la professionalità?

Oggi ci occuperemo di uno di loro in particolare, uno che poteva recitare (e lo fece), cantare (e lo fece) presentare (e lo fece eccome!)

Ma sì, parliamo di Nunzio Filogamo, quello che durante la seconda edizione del Festival di Sanremo del 1952, vinto da Nilla Pizzi con Vola colomba inventò il famoso: ‘Cari amici vicini e lontani’ (d’altronde al Casino, a giudicare dai rumori in sala che si sentono nelle registrazioni, ce ne era davvero tanta di gente!!)

Filogamo era un conduttore colto, un elegante e fine dicitore e sono stati tanti i presentatori che hanno tentato di imitarlo.

Anzi, può dirsi che sia stato lui ad inventare la figura del presentatore così come a lungo è stata intesa in Italia e non solo in Radio, rendendola inconfondibile.

Era aulico nell’espressione – ora diremmo retorico – ma sapeva esaltare in maniera unica i protagonisti della musica e dello spettacolo che andava a presentare. L’enfasi era al massimo ma non era mai stucchevole. L’incedere della voce era un crescendo ma l’aplomb era inimitabile!

Vogliamo ricordare quattro fatti biografici?

Filogamo nacque a Palermo nel 1902 e morì pochi mesi prima di compiere cento anni, nel 2002; visse a Torino tutta la vita e debuttò in teatro nella compagnia di Evira Vaccaneo. La scoperta della Radio avvenne quando il mezzo aveva solo 10 anni, nel 1934: Nizza e Morbelli (e quante cose andrebbero dette anche su di loro…) avevano scritto la riduzione in forma di parodia dei 'Tre Moschettieri', divenuti per l’occasione I quattro moschettieri (d’altronde lo sanno tutti che i Tre moschettieri è un romanzo che racconta la storia del quarto…); a Filogamo e alla erre moscia che egli stesso inventò per l’occasione, venne affidata la parte di Aramis.

 La trasmissione ebbe un successo immediato e straordinario, il nostro Nunzio divenne un divo della radio e venne toccato da grandissima popolarità.  

Quando arrivò a condurre Sanremo, nel 1951, aveva ormai cinquanta anni e fu capace di dare a questa giovane e incerta rassegna una impronta autorevole ed elegante.  Per almeno altri venti anni fece tanta Radio, sua prediletta. Poi sparì

Così all’improvviso… al punto che una volta Pippo Baudo lo diede erroneamente per morto.

Che papera!


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