Wayne Marshall: Omaggio a Leonard Bernstein

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    AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA Sala Santa Cecilia
    Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

     

    Wayne Marshall
    direttore
    Lorenzo Fratini
    maestro del coro

     

    Leonard Bernstein

    Prelude, Fugue and Riffs
    per clarinetto e jazz ensemble
    Prelude (for the brass)
    Fugue (for the saxes)
    Riffs (for everyone)
    Alessandro Carbonare clarinetto

    West Side Story, Suite n. 2
    I Feel Pretty
    Jet Song
    America
    Tonight
    Marta Vulpi Maria**
    Tiziana Pizzi Anita**
    Cristina Reale Rosalia**
    Francesco Toma Tony**
    Roberto Valentini Riff**

    Candide, Overture
    Allegro molto con brio
    Candide, Suite
    ** Artisti del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

     

    Candide, Overture
    Allegro molto con brio

    Proprio mentre organizzava il suo programma televisivo, Bernstein lavorava alacremente al completamento di Candide, che nella sua prima versione andò in scena nell’autunno del 1956, prima a Boston e poi a New York, con scarso successo, nonostante l’apprezzamento critico per la parte musicale. Candide è un lavoro che ha accompagnato Leonard Bernstein per tutta la vita, fino alla versione conclusiva del 1989, da lui stesso diretta. A partire dalla prima realizzazione, l’operetta tratta dal racconto di Voltaire ha lentamente subìto una modificazione dopo l’altra, alla ricerca di una fisionomia che l’ha allontanata dal Musical, senza però farle assumere la forma di un’opera vera e propria. Dalla sua prima esecuzione Candide è stata rivista almeno sei volte, producendo diverse versioni, con un cospicuo numero di autori coinvolti, dalla librettista originale Lilian Hellman a Hugh Wheeler, che riscrisse l’intero libretto per la nuova versione del 1973, fino agli interventi di Dorothy Parker, John Latouche, Stephen Sondheim, lo stesso Bernstein e sua moglie Felicia.

    La vicenda della genesi del Candide rassomiglia per complessità a quella del protagonista, il quale nel migliore dei mondi possibili si confronta in realtà con ogni sorta di avventura, dalla più assurda alla più truculenta, fino alla finale accettazione della condizione umana del mondo, pur con i suoi profondi limiti e nonostante i tanti compromessi che la condizionano. La smagliante Overture, presentata nel 1957 dall’autore alla testa dei Filarmonici di New York, parodizza gioiosamente la tradizione comica di marca europea, da Rossini a Gilbert e Sullivan, e appare traboccante di vitalità sin dall’apertura, marcata dalla fanfara degli ottoni, cui succede una breve frase degli archi, ripresa da tutta l’orchestra nell’elaborazione, con grande varietà di impasti timbrici e cambi di ritmo. Segue poi un secondo tema più lirico degli archi, dopo il quale riemerge con brillantezza ancor più febbrile il primo tema. Una nuova elaborazione, che mette in mostra la raffinatezza della scrittura di Bernstein, lascia infine il posto al flauto solista, che introduce la melodia del Rondò finale di Cunegonde, ripresa poi con esuberanza febbrile dall’orchestra, prima della rapida coda finale.

    La Suite dall’opera, una realizzazione postuma, riprende l’abitudine di Bernstein di recuperare per l’esecuzione sinfonica materiali dalle sue opere o dalle colonne sonore, come la già citata Suite da West Side Story e le Suite da On the Waterfront (1955) e dal balletto Dybbuk (1975), o le Tre meditazioni per orchestra e violoncello su “Mass” (1977).

    Negli otto numeri della Suite si ritrovano alcuni dei migliori momenti dell’opera teatrale, dalla filosofia di Pangloss The best of all possible worlds, l’assunto e tema guida dell’intera opera, la scena agrodolce dell’incontro fra Cunegonde e Candide, dopo che lui l’aveva creduta uccisa dalle baionette, mentre la ritrova cocotte a Parigi (You were dead, you know), la celebrazione della capitale francese e delle sue attrattive (Paris Waltz) e ancora il concertato pieno di speranza alla partenza per il nuovo mondo (Bon Voyage), la Ballata dell’Eldorado, il divertentissimo Tango della Old Lady, I am easily assimilated (testo scritto da Leonard e Felicia Bernstein) e il commovente, umanissimo finale Make our garden grow.

    Candide : L’argomento
    In Westfalia, nel castello del barone Thunder-ten-tronckh, vivono i due figli del barone (Maximilian e Cunegonde), la damigella Paquette e Candide; i quattro giovani sono stati allievi del filosofo Pangloss il quale, con grande ottimismo, ha insegnato loro che, qualunque cosa accada, essi vivono nel migliore dei mondi possibili. Sorpreso mentre bacia Cunegonde, Candide viene scacciato dal castello e arruolato nell’esercito degli invasori bulgari. Cominciano così le sue incredibili avventure: sfuggito alla guerra, Candide scampa ad un naufragio e a un terremoto sulle coste del Portogallo. Qui ritrova il suo maestro Pangloss; entrambi vengono arrestati dalla Santa Inquisizione di Lisbona e condannati a morte. Ma Candide si salva grazie all’aiuto di una mezzana che lo conduce a Parigi da Cunegonde, nel frattempo divenuta amante di un ricco ebreo. Candide uccide entrambi e continua i suoi viaggi: Montevideo, Cartagena, Eldorado e infine Costantinopoli dove nel frattempo Cunegonde era stata portata come schiava. Lì ritrova anche Pangloss, il quale consiglia a tutti di vivere in campagna e di coltivare la terra. Tutti ritornano allora in Westfalia per occuparsi del loro orto, sicuri di vivere nel migliore dei mondi possibili.

     

    La musica di Leonard Bernstein
    di Andrea Penna
    Tratto dal libretto di sala dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

    La figura artistica ed umana di Leonard Bernstein ha attraversato il cuore del secolo scorso, lasciando in oltre cinquant’anni di attività un segno profondo nelle discipline che ha affrontato. Generoso e inesausto, Bernstein è stato ad un tempo compositore, direttore d’orchestra, solista, organizzatore musicale, divulgatore, didatta, saggista, promotore e uomo di spettacolo, e in molti momenti è stato capace di sintetizzare il meglio che ciascuno di questi aspetti della sua personalità potevano offrire sia alla società a lui contemporanea, che come lascito per il futuro.

    Per molti versi Bernstein è stato uno dei più felici ed esaltanti risultati – perfino nei suoi difetti – di quell’America che ha conquistato il XX secolo, trasformando in modo straordinario il mosaico di culture e influenze che la componevano in una ricca e complessa nazione, capace di essere all’avanguardia in tutti i campi della cultura e dell’arte. Fortemente cosmopolita, Leonard Bernstein ha però vissuto realizzando le proprie diverse anime artistiche nella costante consapevolezza di essere cittadino degli Stati Uniti d’America, anche quando ne ha contestati uomini o politiche.

    Nato da una famiglia di immigrati russi a Lawrence, Massachussets il 15 agosto del 1918, Leonard (vero nome Luis) Bernstein sarebbe diventato negli anni ’50 una delle figure cardine della vita musicale americana, giungendo ad essere il primo statunitense a ricevere la nomina a direttore musicale di una delle più grandi orchestre d’America, i Filarmonici di New York. Il padre, che aveva avversato lungamente la passione del giovane Lenny per la musica, ma ne divenne poi uno dei suoi più accesi sostenitori, ripeteva spesso che all’epoca dei loro contrasti “non poteva certo sapere che sarebbe diventato Leonard Bernstein!”

    Non solo la critica, ma lo stesso Bernstein riconobbe più volte come l’impegno del podio (una carriera iniziata ufficialmente nel 1943, sostituendo Bruno Walter), avesse involontariamente rallentato la sua attività di compositore. Difficile però dolersene, considerando i suoi raggiungimenti come direttore d’orchestra, impossibili da esplorare in poche brevi pagine: forse qualcuno ne ricorda i tratti nei concerti a Roma, anche negli anni (1983-1990) in cui fu Presidente onorario dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia. Basterebbero comunque i suoi contributi alla conoscenza e alla promozione della musica dei compositori americani, da Copland ad Ives, fino a William Schuman, Ned Rorem, Virgil Thompson (suo acceso critico dalle pagine del “Herald Tribune”), oppure il forte impegno a favore della musica di Gustav Mahler, oggi pienamente stabilita nel repertorio di ogni grande orchestra, grazie anche i suoi sforzi, testimoniati da incisioni di preminenza assoluta.

    Eppure la vivacità dell’ispirazione, anche se costretta da infinite serie di impegni e influenzata dalle mercurialità del carattere di Bernstein, non lo ha mai abbandonato, anche se è indubbio che gli anni fino al 1965 siano stati quelli più fecondi. Anni fondamentali per la ricerca da parte di Bernstein di un linguaggio nuovo, in cui si ritrovano, in una sintesi assai personale, le diverse radici della cultura americana, a partire dalla musica jazz, i ritmi latinoamericani, la lezione della musica colta di ascendenza europea, senza dimenticare la tradizione ebraica, le influenze seminali del cinema, della danza, del Musical e del teatro.

     

    Prelude, Fugue and Riffs per clarinetto e jazz ensemble
    Prelude (for the brass)
    Fugue (for the saxes)
    Riffs (for everyone)
    Alessandro Carbonare clarinetto


    Nel novembre del 1954 Bernstein fu protagonista del primo dei programmi della serie televisiva “Omnibus”, dedicato alla Quinta Sinfonia di Beethoven: era la prima di una serie di trasmissioni di grande successo che negli anni avrebbero contribuito in modo determinante alla popolarità di Bernstein.

    Per la seconda trasmissione, Bernstein, che nel frattempo era tornato alla Scala di Milano per dirigere La sonnambula con Maria Callas, scelse di esplorare la musica jazz e la sua storia: un’ottima occasione per eseguire finalmente un pezzo scritto alcuni anni prima, che non era ancora mai stato suonato. Prelude, Fugue and Riffs era stato pensato originariamente per la band di Woody Herman, ma quando il pezzo fu terminato – come di consueto Bernstein si era lasciato sommergere dagli impegni e aveva tirato per le lunghe la consegna – il gruppo ormai si era sciolto. In occasione della trasmissione “What is Jazz”, Bernstein lo ripropose, per l’esecuzione di Benny Goodman, cui venne poi dedicato.

    Scritto per clarinetto solista, cinque sassofoni, quattro trombe, quattro tromboni, pianoforte, percussioni e basso, il pezzo dimostra la profonda conoscenza del jazz da parte del giovane Bernstein, e rimane un eccellente esempio di brano jazzistico realizzato da un compositore “serio”, forse il migliore fra i numerosi tentativi di quegli anni. Il titolo stesso suggerisce un ponte tracciato dalla tradizione barocca fino al riff, che nello slang del jazz indica una breve figura melodica ripetuta più volte, con diverse soluzioni armoniche. Anche se i puristi potrebbero eccepire che si tratta di un brano eccentrico rispetto alla tradizione jazz, visto che è del tutto scritto e non prevede improvvisazioni, vale la pena ricordare come proprio in quegli anni il jazz americano proponesse sempre più spesso pezzi estremamente raffinati con forme e orchestrazioni quasi sinfoniche, come quelle di Duke Ellington o della Big Band di Stan Kenton, o gli arrangiamenti dello stesso Benny Goodman. Sicuramente per il suo carattere ibrido il bipezzo non ha sempre avuto accoglienza facile in ambito jazz, almeno non come nelle sale da concerto, dove non ha mai mancato di coinvolgere con estremo divertimento i musicisti delle orchestre più blasonate.

    Il Preludio si apre con le reminiscenze stravinskijane delle trombe, cui segue uno “slow rock”, al quale tornano poi ad intrecciarsi gli incisi delle trombe, con una serie di svelte ma complesse figurazioni ritmiche. La Fuga è invece affidata ai sassofoni, con sapiente gioco di contrasti in cui si inserisce dopo breve anche il pianoforte solista. L’ultimo movimento, introdotto da un solo del clarinetto con il pianoforte, si sviluppa in una sorta di jam session in cui interviene l’intera big band, con i riff che ripropongo alcune cellule musicali dallo “slow rock” del Preludio.

     

    West Side Story, Suite n. 2
    I Feel Pretty
    Jet Song
    America
    Tonight
    Marta Vulpi Maria
    Tiziana Pizzi Anita
    Cristina Reale Rosalia
    Francesco Toma Tony
    Roberto Valentini Riff

    Un programma da concerto con musiche di Bernstein non può non essere letto alla luce della frase più volte riaffermata dal compositore “tutta la mia musica è teatro”. Così anche nella serie di brani proposti per questa occasione, in cui si ricordano anche i vent’anni dalla scomparsa di Bernstein, una parte significativa del materiale musicale proviene da lavori scritti per il teatro musicale. A partire da West Side Story, il titolo che ha garantito a Leonard Bernstein non solo fama internazionale ma anche l’immortalità, anche se oggi è scongiurato il rischio che egli stesso vedeva come incombente, di essere ricordato soltanto come l’autore di uno dei Musical più riusciti della seconda metà del XX secolo.

    L’idea di West Side Story (originariamente East Side Story, ma il titolo fu cambiato al momento delle demolizioni in quel quartiere di Manhattan), prese corpo all’indomani dell’insuccesso di Candide, che iniziava il tortuoso percorso di riletture e nuove versioni che in trent’anni lo avrebbe condotto al posto che realmente gli compete, il teatro d’opera.

    Costantemente alla ricerca di un linguaggio pienamente americano per il teatro musicale, che evitasse la “trappola dell’opera”, secondo la definizione dell’autore, Bernstein riunì intorno a sé un gruppo di artisti di eccellente livello: da Arthur Laurents, drammaturgo di successo, al compositore Stephen Sondheim, per collaborare ai testi (Sondheim finì per limare alcuni passaggi dell’autore e scrivere quasi interamente il resto, cosa che gli venne riconosciuta da Bernstein, che, con rara generosità, volle che lui soltanto fosse indicato come l’autore nei manifesti e nella partitura), fino ad Oliver Smith, che immaginò gli ambienti newyorkesi teatro degli scontri fra bande. Su tutti il fedele amico e collaboratore Jerome Robbins, che offrì un contributo fondamentale, grazie al vigore muscolare e all’energia elettrizzante tipica della sua arte coreografica. La storia, che riecheggia la vicenda shakespeariana di Romeo e Giulietta, è ambientata nel mondo delle bande newyorkesi degli anni ’50 e racconta lo sbocciare dell’amore fra Maria e Tony, che tenta drammaticamente di sopravvivere nonostante la violenza delle gang rivali degli Sharks e dei Jets. Inutilmente, perché Tony rimarrà ucciso, mentre sopravvive con Maria un simbolo di speranza per una vita migliore, più equa e giusta.

    West Side Story debuttò a Broadway con grande clamore il 26 settembre del 1957, superando le settecento repliche e oltrepassando poi il migliaio con la tournée americana. La Suite delle danze fu creata alla New York Philharmonic nel 1961, con l’orchestrazione di Irwin Kostal e Sid Ramin che lavorarono in contatto costante con l’autore, il quale come tributo di amicizia dedicò la partitura a Ramin. Bernstein, già da due stagioni al vertice dell’orchestra, volle come direttore Lukas Foss: in tutti quegli anni egli evitò sempre il podio per le sue produzioni di teatro musicale, almeno fino agli anni ’80, quando si decise a dirigere una nuova registrazione di West Side Story e poi la definitiva versione di Candide.

    West Side Story: l’argomento
    Nel quartiere newyorkese del West Side si fronteggiano due bande rivali: gli Jets e gli Sharks. Tony, un pacifico garzone di bar, già membro degli Jets (banda capitanata dall’amico Riff), incontra casualmente a una festa da ballo Maria, sorella di Bernardo, capo degli Sharks. Il loro amore è contrastato dalla profonda rivalità esistente fra i due gruppi sprezzanti dell’ordine pubblico e in lotta per la supremazia nel quartiere. Tony cerca in tutti i modi di risolvere pacificamente la sfida, che presto sfocia in uno scontro sanguinoso.

    Quando Tony vede l’amico Riff selvaggiamente ucciso da Bernardo, in preda all’ira ne vendica la morte uccidendo il fratello di Maria. La ragazza perdona il suo gesto; Tony, erroneamente informato che Maria è stata uccisa, mentre cammina per il West Side alla ricerca del presunto assassino, viene brutalmente assassinato. Scossi dalla disperazione di Maria, i componenti delle due bande si riuniscono pacificamente per dare sepoltura a Tony.

    Nella Seconda Suite ritroviamo I Feel Pretty, con l’entusiasmo amoroso di Maria, presa amabilmente in giro dalle sue compagne: nel film la scena è spostata in un passaggio anteriore della pellicola, e allo stesso modo America, per cui Sondheim scrisse un nuovo testo, nel West Side Story cinematografico viene cantato anche dai portoricani Sharks oltre che dalle ragazze, in un tripudio di ritmi latini; Jet song presenta, fra i passaggi sincopati e lo schioccare delle dita le regole di vita della band di Tony a tempo di swing.

    Infine la versione della scena shakespeariana del balcone, Tonight, che Bernstein e Sondheim imposero di forza sostituendo un altro numero, rimane ancora oggi uno dei più potenti showstopper (pezzo che ferma lo show, provocando applausi a scena aperta) del teatro di Broadway.

     

    West Side Story : suite
    Libretto di Arthur Laurents e Stephen Sondheim

    I feel pretty
    Maria
    I feel pretty, Mi sento graziosa,
    Oh, so pretty, Oh, così graziosa,
    I feel pretty and witty and bright! Mi sento graziosa e sveglia e brillante!
    And I pity E mi spiace
    Any girl who isn’t me tonight. Per tutte le ragazze che non sono me
    [stanotte.
    I feel charming, Mi sento affascinante,
    Oh, so charming – Oh, così affascinante –
    It’s alarming how charming I feel! È inquietante quanto mi sento affascinante!
    And so pretty E così graziosa
    That I hardly can believe I’m real. Che quasi non riesco a credere d’essere vera.
    See the pretty girl in that mirror there? Vedi quella graziosa ragazza allo specchio?
    Who can that attractive girl be? Chi può mai essere quella ragazza attraente?
    Such a pretty face, Un viso così grazioso,
    Such a pretty dress, Un abito così grazioso,
    Such a pretty smile, Un sorriso così grazioso,
    Such a pretty me! Sono io così graziosa.
    I feel stunning Mi sento favolosa
    And entrancing – E incantevole,
    Feel like running and dancing for joy, Ho voglia di correre e danzare dalla gioia,
    For I’m loved Perché sono amata
    By a pretty wonderful boy! Da un grazioso, splendido ragazzo!
    Coro
    Have you met my good friend Maria, Avete incontrato la mia cara amica Maria,
    The craziest girl on the block? La ragazza più pazza dell’isolato?
    You’ll know her the minute you see her – La riconoscete non appena la vedete,
    She’s the one who is in an advanced È quella che si trova in uno stadio
    [stage of shock. [avanzato di follia.
    She thinks she’s in love Crede d’essere innamorata,
    She thinks she’s in Spain, Crede d’essere chissà dove,
    She isn’t in love, Ma non è innamorata,
    She’s merely insane. È solo fuori di testa.
    It must be the heat. Dev’essere stato il caldo.
    Or some rare disease O forse qualche rara malattia
    Or too much to eat O troppo da mangiare
    Or maybe it’s fleas. O forse son state le pulci.
    Keep away, from her – Tenetevi alla larga da lei,
    Send for Chino! Chiamate Chino!
    This is not the Maria Questa non è
    We know. la Maria che conosciamo.
    Modest and pure, Pura e modesta,
    Polite and refined, Gentile ed educata,
    Well-bread and mature A modo e matura
    And out of her mind! E fuori di testa!
    Miss America! Speech! Speech! Miss America! Discorso! Discorso!
    Maria
    I feel pretty, Mi sento graziosa,
    Oh, so pretty, Oh, così graziosa,
    That the city should give me its key. Che la città dovrebbe donarmi le sue chiavi.
    A committee Dovrebbe organizzare
    Should be organized to honor me. Un comitato che mi festeggi.
    Coro
    La, la, la, etc. La, la, la, ecc.
    Maria
    I feel dizzy, Mi sento il capogiro,
    I feel sunny, Mi sento un colpo di sole,
    I feel fizzy and funny and fine, Mi sento spumeggiante e buffa e bella,
    And so pretty, E così graziosa,
    Miss America can just resign! Che Miss America è meglio che dia
    [le dimissioni!
    coro
    La, la, la, etc. La, la, la, ecc.
    Maria
    See the pretty girl in that mirror there? Vedete quella graziosa ragazza nello
    [specchio?
    coro
    What mirror where? Che specchio e dove?
    Maria
    Who can that attractive girl be? Chi può essere quella ragazza così
    [attraente?
    coro
    Which? What? Where? Whom? Cosa? Che? Dove? Chi?
    Maria
    Such a pretty face, Un viso così grazioso,
    Such a pretty dress, Un abito così grazioso,
    Such a pretty smile, Un sorriso così grazioso,
    Such a pretty me! Sono io così graziosa!
    coro
    Whom? Whom-mm? Chi? Chi-i-i?
    Such a pretty me! Sono io così graziosa!
    I feel stunning Mi sento favolosa
    And entrancing – E incantevole,
    Feel like running and dancing for joy, Ho voglia di correre e danzare dalla gioia,
    For I’m loved Perché sono amata
    By a pretty wonderful boy! Da un grazioso, splendido ragazzo.

    JET SONG
    RIFF
    When you’re a Jet, Quando sei un Jet,
    You’re a Jet all the way Lo sei fino in fondo,
    From your first cigarette Dalla prima sigaretta
    To your last dyin’ day. all’ultimo tuo giorno.
    When you’re a Jet, Quando sei un Jet,
    If the spit hits the fan, Se sei proprio nella merda,
    You got brothers around, Hai i ragazzi tutt’intorno,
    You’re a family man! Un’intera famiglia!
    You’re never alone, Non sei mai solo,
    You’re never disconnected! Non sei mai isolato!
    You’re home with your own: Sei a casa con i tuoi:
    When company’s expected, E se arriva qualcuno,
    You’re well protected! Sei ben protetto!
    Then you are set Dunque hai addosso
    With a capital J, La J maiuscola,
    Which you’ll never forget E non la dimenticherai
    Till they cart you away. Finché ti metton nella bara.
    When you’re a Jet, Quando sei un Jet,
    You stay a Jet! Resti un Jet!
    CORO
    Oh, when the Jets fall in at the cornball Oh, quando i Jets si lanceranno nelle
    [dance, [danze
    We’ll be the sweetest dressin’ gang Saranno la gang più elegante!
    [in pants!
    And when the chicks dig us in our Jet E quando le pupe si lanceranno sulle
    [black ties, [nostre cravatte nere,
    They’re gonna flip, gonna flop, gonna Cadranno come mosche!
    [drop like flies!
    RIFF
    Hey. Cool. Easy. Sweet. Oh. Fantastico. Tranquillo. Dolce.
    CORO
    When You are a Jet, Quando sei un Jet,
    You’re the top cat in town, Sei il numero uno in città,
    You’re the gold medal kid Sei il tipo da medaglia d’oro,
    With the heavyweight crown! La corona dei pesi massimi!
    When you’re a Jet, Quando sei un Jet,
    You’re the swingin’est thing: Sei il più ganzo di tutti:
    Little boy, you’re a man; Ragazzo, sei un uomo;
    Little man, you’re a king! Ragazzo, sei un re!
    The Jets are in gear, I Jets hanno messo la marcia,
    Our cylinders are clickin’! I cilindri sono in moto!
    The Sharks’ll steer clear Gli Squali gireranno a largo
    ‘Cause ev’ry Puerto Rican Perché ogni portorico
    ‘S a lousy chicken! È solo un pollo spennato!
    Here come the Jets Ecco che arrivano i Jets
    Like a bat out of hell. Come pipistrelli dall’inferno.
    Someone gets in our way, Chi ci si mette fra i piedi
    Someone don’t feel so well! Va a finir male, molto male!
    Here come the Jets: Ecco che arrivano i Jets:
    Little world, step aside! Piccolo mondo, fatti da parte!
    Better go underground, Meglio scappar sottoterra,
    Better run, better hide! Meglio filare, meglio nascondersi!
    We’re drawin’ the line, Ecco la linea di confine,
    So keep your noses hidden! Meglio se non ci ficcate il naso!
    We’re hangin’ a sign, Ecco il cartello
    Says “Visitors forbidden” “Niente visitatori!”
    And we ain’t kiddin’! E non scherziamo proprio.
    Here come the Jets, Ecco che arrivano i Jets,
    Yeah! And we’re gonna beat Già, e gliele daremo sode
    Ev’ry last buggin’ gang A ogni stramaledetta banda
    On the whole buggin’ street! Di tutta la stramaledetta strada!
    On the whole ever Di tutta quanta
    Mother lovin’ street! La terribile strada!

     

    AMERICA
    ROSALIA
    Puerto Rico... Portorico...
    You lovely island... Dolce isola...
    Island of tropical breezes. Isola di brezze tropicali.
    Always the pineapples growing, Ananas che crescono ovunque,
    Always the coffee blossoms blowing... Piante di caffè che stormiscono ovunque.
    ANITA
    Puerto Rico… Portorico...
    You ugly island… Orribile isola...
    Island of tropic diseases. Isola di malattie tropicali.
    Always the hurricanes blowing, Uragani che soffiano ovunque,
    Always the population growing... Popolazione che cresce ovunque...
    And the money owing, E i soldi che non ci sono,
    And the babies crying, E i bambini che frignano,
    And the bullets flying. E le pallottole che sibilano.
    I like the island Manhattan. Mi piace l’isola di Manhattan.
    Smoke on your pipe and put that in! Prendi e porta a casa!
    CORO
    I like to be in America! Mi piace stare in America!
    Okay by me in America! È ok per me l’America!
    Ev’rything free in America! Tutto è gratis in America!
    For a small fee in America! Basta una piccola tassa in America!
    ROSALIA
    I like the city of San Juan. A me piace la città di San Juan.
    ANITA
    I know a boat you can get on. C’è un piroscafo che ti aspetta.
    ROSALIA
    Hundreds of flowers in full bloom. Centinaia di fiori in boccio.
    ANITA
    Hundreds of people in each room! Centinaia di persone in una stanza!
    CORO
    Automobile in America, Automobile in America,
    Chromium steel in America, Acciaio cromato in America,
    Wire-spoke wheel in America, Mozzi di ruote in metallo in America,
    Very big deal in America! Affari niente male in America!
    ROSALIA
    I’ll drive a Buick through San Juan. Guiderò una Buick per le strade di San Juan.
    ANITA
    If there’s a road you can drive on. Se riesci a trovare le strade.
    ROSALIA
    I’ll give my cousins a free ride. Darò un passaggio ai miei cugini.
    ANITA
    How you get all of them inside? Come fai a farceli stare tutti?
    CORO
    Immigrant goes to America, L’immigrante va in America,
    Many hellos in America; Molti hello in America;
    Nobody knows in America Nessuno lo sa in America
    Puerto Rico’s in America. Che Portorico è in America.
    ROSALIA
    I will bring a T.V. to San Juan. Porterò una TV a San Juan.
    ANITA
    If there’s a current to turn on! Se trovi la corrente per attaccarti!
    ROSALIA
    I’ll give them new washing machine. Gli porterò una nuova lavatrice.
    ANITA
    What have they got there to keep clean? Ma cosè che hanno da tener pulito?
    CORO
    I like the shores of America. Mi piacciono le spiagge d’America.
    Comfort is yours in America! Ecco a voi il comfort d’America!
    Knobs on the doors in America, Maniglie sulle porte in America,
    Wall-to-wall floors in America! Pavimenti da una parete all’altra in America.
    ROSALIA
    When I will go back to San Juan. Quando tornerò a San Juan.
    ANITA
    When you will shut up and get gone! Quando la smetti e te ne vai?
    ROSALIA
    Everyone there will give big cheer! Tutti m’accoglieranno a braccia aperte!
    ANITA
    Everyone there will have moved here! Tutti si saranno già trasferiti qui!

     

    TONIGHT
    Coro(Jets)
    The Jets are gonna have their day Sarà la grande giornata dei Jets
    Tonight. Stanotte.
    Coro(Sharks)
    The Sharks are gonna have their way L’avranno vinta gli squali
    Tonight. Stanotte.
    Coro(Jets)
    The Puerto Ricans grumble, Mugugnano i portorichi
    “Fair fight” “Combattimento leale”.
    But if they start a rumble, Ma se vogliono una mischia,
    We’ll rumble ’em right. Gliela mischiamo noi per bene.
    Coro (Sharks)
    We’re gonna hand ’em a surprise Abbiamo una sorpresina per loro
    Tonight. Stanotte.
    Coro (Jets)
    We’re gonna cut ’em down to size Gli diamo una bella regolata
    Tonight. Stanotte.
    Coro (Sharks)
    We said “Ok no rumpus, Abbiamo detto: “Ok, niente casini,
    No tricks”. Niente scherzi”.
    But just in case they jump us, Ma se solo ci provano a saltarci addosso,
    We’re ready to mix Siamo pronti a fare a botte
    Tonight! Stanotte.
    Coro(Jets, Sharks)
    We’re gonna rock it tonight! Ci saranno scintille stanotte!
    We’re gonna jazz it up and have us a ball! Ci daremo dentro, ce la spasseremo!
    They’re gonna get it tonight; Le prenderanno stanotte;
    The more they turn it on, the harder Più tirano la corda, peggio si ritrovano!
    [they fall!
    Well, they began it! Be’, sono loro che hanno cominciato!
    And we’re the ones to stop ’em once E siamo noi quelli che li fermeranno una
    [and for all, [volta per tutte,
    Tonight! Stanotte.
    ANITA
    Anita’s gonna get her kicks Anita va a spassarsela
    Tonight. Stanotte.
    We’ll have our private little mix Avremo la nostra piccola lotta privata
    Tonight. Stanotte.
    He’ll walk in hot and tired, Tornerà stanco ed eccitato,
    So what? E allora?
    Don’t matter if he’s tired, Non importa se è stanco,
    As long as he’s hot Mi basta che sia eccitato
    Tonight! Stanotte.
    TONY
    Tonight, tonight, Stanotte, stanotte,
    Won’t be just any night, Non sarà una notte come le altre,
    Tonight there will be no morning star. Stanotte non ci sarà nessuna stella del
    [mattino.
    Tonight, tonight! Stanotte, stanotte,
    I’ll see my love tonight Vedrò il mio amore stanotte,
    And for us stars will stop where they are. E per noi le stelle si fermeranno dove stanno.
    Today the minutes seem like hours, Oggi, i minuti sembrano ore,
    The hours go so slowly, Le ore passano così lente
    And still the sky is light... E il cielo è ancora luminoso...
    Oh moon, grow bright, O luna, cresci in cielo
    And make this endless day endless E fai di questo giorno senza fine una
    [night! [notte senza fine!
    Riff
    I’m counting on you to be there Conto che ci sarai anche tu
    Tonight, Stanotte,
    When Diesel wins it fair and square Quando Diesel trionferà pulito
    Tonight. Stanotte.
    That Puerto Rican punk’ll go down, Andrà al tappeto quello stronzo,
    And when D’un portorico,
    He’s hollered “Uncle” Aspetta che lo contiamo fino a dieci
    We’ll tear up the town! E poi mettiamo a soqquadro la città!
    Maria
    Tonight, tonight Stanotte, stanotte
    Won’t be just any night, etc. Non sarà una notte come le altre, ecc.
    Riff
    So I can count on you, boy? Allora posso contare su di te, ragazzo?
    TONY
    All right. D’accordo.
    Riff
    We’re gonna have us a ball. Ce la spasseremo da matti.
    TONY
    All right… D’accordo.
    Riff
    Womb to tomb! Dalla pancia alla tomba!
    TONY
    Sperm to worm! Dalla culla alla bara!
    Riff
    I’ll see you there about eight… Ci vediamo intorno alle otto...
    TONY
    Tonight… Stanotte...
    Coro(Sharks)
    We’re gonna rock it tonight! Ce la spasseremo stanotte!
    Anita
    Tonight… Stanotte...
    Coro(Sharks)
    We’re gonna jazz it tonight, Ce la godremo stanotte!
    They’re gonna get it tonight-tonight! Le prenderanno stanotte, stanotte!
    They began it – Hanno cominciato loro...
    And we’re the ones E siamo noi quelli
    To stop’em once and for all! Che li fermeranno una volta per tutte!
    The Sharks are gonna have their way, Gli Squali vinceranno,
    The Sharks are gonna have their day, Gli Squali trionferanno,
    We’re gonna rock it tonight, Ce la spasseremo stanotte,
    Tonight! Stanotte!
    Anita , Coro
    Tonight, Stanotte,
    Late tonight, Stanotte tardi,
    We’re gonna mix it tonight, Ci faremo una bella lotta,
    Anita’s gonna have her day. E Anita trionferà.
    Bernardo’s gonna have his way Bernardo vincerà
    Tonight – tonight, Stanotte, stanotte,
    Tonight – this very night, Stanotte, stanotte stessa,
    We’re gonna rock it Ce la spasseremo
    Tonight! Stanotte!
    Riff, Jets
    They began it – Hanno cominciato loro...
    We’ll stop’em all once and for all! Li fermeremo una volta per tutte!
    The Jets are gonna have their day, I Jets vinceranno,
    The Jets are gonna have their way, I Jets trionferanno,
    We’re gonna rock it tonight, Ce la spasseremo stanotte,
    Tonight! Stanotte!
    Maria , coro
    Tonight there will be no morning star, Stanotte non ci sarà stella del mattino,
    Tonight, tonight, I’ll see my love tonight, Stanotte, stanotte, vedrò il mio amore
    [stanotte,
    And for us, stars will stop where they are. E quando ci baceremo, le stelle si
    [fermeranno dove stanno.
    Maria , Ton y, coro
    Today the minutes seem like hours, Oggi i minuti sembrano ore,
    The hours go so slowly, Le ore scorrono così lente,
    And still the sky is light. E c’è ancora luce in cielo.
    Oh moon, grow bright Oh, luna, cresci brillante
    And make this endless day endless night, E fai di questo giorno senza fine una
    [notte senza fine,
    Tonight. Stanotte.

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