Aspettando la fase finale

Puntate integrali

RAFFAELLA SILVESTRI

Scrivi la storia di una persona che si sveglia al mattino, mette il piede giù dal letto e si accorge che l’acqua gli arriva alle ginocchia.

"OCCHI CHIUSI SUL TUO MONDO"

È mattina e tu rimani lì, tra veglia e sonno: quello spazio deserto in cui nessuno pretende niente da te. Poi, ricordi.

Il giorno prima.

Ci sei tu – dodici anni, la tua voce ancora stridula, la voce delle richieste alla mamma: “Tra quanto arriviamo?”.

Vacanza per tutti tranne che per te. Vacanza per tua madre: la donna morbida e alta e abbronzata sul pontile.

Tu: seduta sul bordo della piscina della nave, i piedi che si muovono nell’acqua. Il sedere appiccicato alla grata di scarico.

E poi arriva lui.

Navigate verso una di quelle isole calde, e belle: il peso della bellezza degli altri tutto sul tuo petto, tutto appiccicato al tuo costume bagnato.

Si china su di te. Il tuo sguardo fisso sui suoi piedi. Ti fermi sempre a osservare i piedi degli uomini. Quelli di tuo padre: piccoli e callosi. Quelli dei passanti. Quelli di Anton, ora. Il fidanzato di tua madre.

“Così ti abbronzi”, ha detto. La sua mano sulla spallina del tuo costume intero. L’ha tirato giù, fino alla pancia. Scoperta. I suoi piedi grandi, ancorati al pavimento.

La nave che oscilla, stamattina. Vorresti che il movimento dell’acqua ti riportasse indietro. Non avanti: verso questa vacanza che non vuoi. Verso le sue mani sul tuo corpo, che non vuoi. Ti alzi –  il collo sudato, il pigiama incollato al petto, quelle lenzuola umide delle cabine delle navi. La tua stanza senza oblò.

E poi metti giù i piedi. Ed eccola lì: l’acqua. Ancora le tue gambe bagnate fino alle ginocchia. L’acqua che viene a salvarti. Tiri su le gambe, una alla volta, e torni a letto, ad aspettarla.