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La svolta di Aleksej ha portato in piazza i criceti del computer contro il Cremlino

Quando ha avvertito il pericolo, Putin ha provato a criticare i “criceti del computer”, ragazzi che girano a vuoto su una ruota fuori asse rispetto alla realtà. Ma era ormai un attacco disarmato, che arrivava troppo tardi, con 70 milioni di russi connessi, tutta Mosca wireless e le principali aziende che muovono i loro flussi finanziari in rete. Mentre il potere presidiava le capitali, Navalnyj entrava così nella “quarta dimensione”, rinunciando a strumenti di lotta come volantini manifesti giornali, tutti fisicamente controllabili e contrastabili dalle polizie, diventando inafferrabile. Fino a quando il virtuale non si congiunge con il reale e il tam tam dei movimenti sulla rete dà appuntamento in qualche piazza della realtà, per una manifestazione: subito arrivano le ambulanze, le sirene, i poliziotti e i cellulari, che portano via l’avvocato di 40 anni, specializzato per un anno a Yale, ormai numero uno dell’opposizione al Cremlino.

Si potrebbe dire che i criceti non vogliono saperne di tornare in gabbia. La partita  del potere reale pende tutta dalla parte di Putin. Che nella sua sfida dal Occidente, dopo quelli che qui vengono considerati gli “anni dell’umiliazione” ha in realtà risvegliato e rassicurato l’anima imperiale della Russia, una sovrastruttura emotiva e politica, sentimentale e ideologica che, in realtà è preesistente alla corazza staliniana dell’URSS, e dunque è eterna. Ma sotto il trono del potere, questa opposizione scava ogni giorno, anzi forse sarebbe più esatto dire che sega le gambe di quel trono.

Si chiama infatti RosPil, “segatura”, il blog che ha ingigantito la notorietà di Navalnyj. Il simbolo è l’aquila bicefala della Russia, che però ha due seghe al posto degli artigli, e la segatura è il prodotto improprio della corruzione, quel rivolo continuo di denaro sporco che cola dall’incontro fra gli apparati di Stato, gli affari pubblici e gli appetiti privati degli apparati di comando ad ogni livello.

Il sito raccoglie le denunce di malaffare da qualunque parte arrivino, 93 avvocati le verificano, rifanno i conti, controllano le procedure, denunciano il denaro pubblico sprecato: un trilione di rubli su cinque spesi ogni anno, sostitene RosPil. Dopo la denuncia si segue l’iter dell’appalto o del contratto, se c’è una revisione della spesa e dei metodi si rendiconta il denaro recuperato, altrimenti la denuncia va avanti.

Chiaramente in un Paese fortemente controllato e pesantemente corrotto, questo  meccanismo trasforma il suo autore quasi automaticamente in un moderno e inedito soggetto politico. Non solo: indica un metodo d’opposizione che evita il corpo a corpo fisico con il potere nel momento in cui lo attacca frontalmente, e che quindi può trovare facilmente non solo seguaci, ma imitatori. Naturalmente bisogna vivere con la valigia pronta, come mi spiegò qualche anno fa Navalnyj: telefonate cifrate con la moglie come ai vecchi tempi, condivisione degli spazi e dei materiali di lavoro, il punto fatto ogni mattina insieme, perché non si sa se la sera si dormirà a casa o si finirà con quella valigia in carcere, e qualcuno deve continuare il lavoro.

Nel 2012 Navalnyj mi spiegava lucidamente che non s i può essere star della rete in eterno, perché internet illumina e consuma, a un certo punto bisogna sbarcare nel mondo reale per la contesa concreta del potere. “Mi dò cinque anni di tempo”: scadono proprio adesso, ed ecco il cambio di tono. […]

continua su la Repubblica 

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