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Divino Franz (2)

in onda lunedì 5 maggio alle ore 15,30

Divino Franz (2)

La musica sacra occupa nella produzione di Franz Schubert uno spazio affatto irrilevante; oltre alle 8 Messe (di cui due in tedesco), molti sono i pezzi corali d'occasione da lui composti, in una compresenza di impulsi romantici e retaggi barocchi che egli inserisce nella tradizione polifonica tedesca, inevitabilmente mediata dall'influenza di Haydn.

Nei confronti dei testi sacri - particolarmente dei canoni della Messa - generalmente Schubert pare recalcitrare, non sottomette mai la forma compositiva a quella verbale e usa il linguaggio biblico in una dimensione più genericamente spirituale che non propriamente liturgica; il coro dà voce collettiva all'anima del fedele che si eleva a Dio, non nascondendo i contrasti tra la gloria divina e le pochezze terrene, mentre l'orchestra alterna spesso una compattezza di impianto sinfonico alla duttilità differenziata di taluni episodi.

Le quattro messe giovanili del 1814-16 sono le uniche ad essere state pubblicate durante la vita di Schubert (ma questo è uno capitolo che riguarda tutta l'opera del nostro, non promossa e pochissimo eseguita lui vivente); dopo di esse, e prima della grande ultima Messa in Mi bemolle del 1828 - che rappresenta una sorta di sintesi delle sue conquiste e innovazioni compositive trasposte in ambito sacro - la Messa in la bemolle maggiore D 678, composta tra il 1819 e il 1822, è stata definita una "cuspide mediana".

Il pianoforte a quattro mani è una variante in certo modo autonoma nel repertorio pianistico, perché si concretizza in una espansione semiorchestrale della scrittura; la letteratura del genere si presenta nella sua peculiarità con opere di tutto rispetto, tra cui ricorderemo solo quelle famosissime di Brahms e Ravel; ad essa Schubert si dedicò più volte.

Oltre alla Fantasia in sol maggiore, che è la prima composizione datata nel catalogo di Schubert (1° maggio 1810, numero di catalogo D1), e alle Variazioni dedicate a Beethoven negli anni della maturità, sono circa un centinaio le composizioni che il musicista dedica alla tastiera con due esecutori, tra Polacche, Rondò, Variazioni e Marce.

Vi proporremo proprio alcune di queste ultime, tratte dalla raccolta delle Sei Marce op. 40, che, stando a quanto il musicista scrive in una lettera familiare del 1825, furono molto apprezzate nelle esecuzioni che egli stesso ne fece quell'anno presso i conventi di Florian e Kremsmünster.

Sepolto accanto a Beethoven, poco prima di morire Schubert aveva voluto omaggiare la tomba di Haydn; egli rimane per noi, senza ombra di dubbio, il tramite magico tra quei due mondi, mondo musicale ed interiore ricchissimo egli stesso, figura imprescindibile per la comprensione - e il godimento, aggiungiamo - di tutta la musica romantica.

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