Scatti di scena

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Scenografia e arredamento

Scenografia Paolo Innocenzi
Arredatrice Livia Del Priore

La preparazione di ogni film, soprattutto di ambientazione storica, inizia sempre secondo le stesse modalità, con ricerche iconografiche, visite in biblioteche musei e archivi, indagini presso collezionisti, richieste di collaborazione a storici ed esperti, per poi proseguire con acquisti e noleggi di oggetti e mobili.

Il percorso però prende ogni volta un indirizzo sorprendentemente diverso, e le soluzioni da affrontare e risolvere si concretizzano a volte improvvisamente come frutto di approfondimenti ed  anche di fortuna.

Abbiamo dunque iniziato a preparare il TV movie “A testa alta” che racconta del sacrificio di tre carabinieri giustiziati dall’esercito tedesco offertisi al posto di alcuni civili, nel 1944 a Fiesole, chiedendo la collaborazione agli storici dell’Arma dei Carabinieri, che ci hanno dato tutta la disponibilità per l’accesso al loro museo ed archivio di piazza Risorgimento a Roma.

Avendo la necessità di ricostruire l’esterno e l’interno della loro stazione di Fiesole degli anni ’40, servivano fotografie per capire come fosse l’insegna che riportava oltre allo stemma sabaudo anche il fascio littorio, le intestazioni dei fogli e dei documenti di servizio, le schede segnaletiche, i fogli di via, e non ultimo eventuali immagini di loro uffici.

Ci sembrò un piccolo  successo quando  fra le quantità di ritratti singoli e di gruppo, trovammo quello di un ufficiale carabiniere seduto ad un tavolo militare pieghevole da campo, in missione di guerra, in un ufficio provvisorio e chiaramente riadattato, caratterizzato da una grande mappa attaccata sul muro ed un groviglio di fili elettrici a treccia attaccati a delle prese di bachelite alte, per alimentare lampade, ventilatore, radio e chissà che altro, e che è stata la base di partenza per l’arredamento dell’ufficio del nostro protagonista, vicebrigadiere Giuseppe Amico.

Nel 1944 l’esercito tedesco aveva occupato a Fiesole l’albergo Aurora per utilizzarlo come comando operativo della zona. Nella nostra ricostruzione abbiamo iniziato chiedendo la collaborazione alla responsabile dell’Archivio Storico di Fiesole per avere informazioni, documentazioni e se possibile fotografie originale di quell’epoca.

Quando Maurizio Zaccaro ci chiese una intestazione filologicamente precisa per riprodurre l’ordine di arresto del vicebrigadiere Amico da parte dei tedeschi, siamo riusciti a trovare il nome del comando  della Wehrmacht proprio grazie a questo percorso.

Apparentemente piccole conquiste in una grande quantità di necessità, molto più appariscenti per la ricostruzione di un ambiente, mobili e accessori che assemblati insieme devono ricreare l’atmosfera di quell’epoca e caratterizzare per lo scopo finale, cioè raccontare chi vive in quell’ambiente.

Il nostro Albergo Aurora è stato ricostruito scenograficamente per intero, secondo le necessità dettate dal copione e arredato caratterizzando proprio l’occupazione militare con l’installazione di una postazione operativa con radio funzionante, telefoni da campo e non, telegrafo e tante mappe militari delle zone limitrofe, ed una postazione per l’ufficiale responsabile di quel comando appassionato di vino italiano e cioccolata fondente.

È stata una piccola sorpresa trovare fra la tanta documentazione proprio quella relativa all’affitto dell’albergo al comando della Wehrmacht che pagava 9.800 lire giornaliere.

Nel 1945 il proprietario fece una richiesta per un saldo di un affitto non pagato relativo agli ultimi due mesi di occupazione, di 65.000 lire, ed un rimborso per danni causati dall’impianto degli uffici, dall’installazione di telefoni e altoparlanti, dalla caldaia per i termosifoni e da una pista da ballo, per un totale di 105.000 lire, a cui aggiungere materiali mancanti per altre 40.695 lire.

Ricostruire gli ambienti poveri e quindi meno appariscenti, comportava un altro tipo di lavoro, e cioè trovare piccole soluzioni per differenziarli. Una di queste ipotesi di caratterizzazioni era stato motivo di uno scambio di idee piuttosto acceso fra noi ed il produttore Sergio Giussani, se rendere un poco più moderna o meno una casa modesta di Fiesole. La proposta consisteva nell’inserire una cucina di lamiera smaltata bianca con fornelli a gas alimentati da una bombola, oggetto un po’ costoso per l’epoca, ma già in uso da un decennio ed in uso diffuso in città. Per contro, in quegli anni era ancora diffusissima la cucina economica di muratura, oltre ovviamente al camino ed al focolare. La decisione finale fu dunque di non usarla, proprio a favore di una più domestica cucina economica.

Il nostro produttore Sergio Giussani è stato sempre presente nella costruzione del film, interlocutore e suggeritore attento ai dettagli per trovare le soluzioni migliori.

La scena della devastazione della caserma da parte dei soldati tedeschi era una scena particolarmente delicata per noi preoccupati dalla presenza di tanti oggetti vecchi e di valore. Ma la soluzione fu trovata dal regista Zaccaro.  Lavorammo perciò secondo le sue indicazioni non immaginando ancora quanto saremmo rimasti impressionati osservando le scene da un monitor durante le riprese. Tranquillizzammo S.Giussani circa il fatto che tutta la scena di violenza era programmata ed era stato fatto un lavoro di coordinamento fra i soldati armati di vere mazze di ferro pesantissime.

Ma il momento dell’azione fu veramente terribile! Vetri spaccati, mobili sfondati, tutto volava in terra e veniva calpestato con brutalità!

Raggelati davanti ai monitor ci siamo fatti trascinare da quella crudeltà inutile di danni al nostro piccolo antiquariato pur sapendo che c’era un trucco nascosto in una soluzione scenografica, ma davanti al monitor  eravamo ormai immersi nella finzione del film.

 

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