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LA SCIENZA IN CUCINA

Zucchero e diabete




Dott.ssa Elisabetta Bernardi al Museo Nazionale
della Scienza e della Tecnologia di Milano

È il primo sapore che sente il bambino appena nato… il latte materno o anche quello in polvere contiene infatti il lattosio, uno zucchero appunto! Ed è molto facile che alla prima sensazione gustativa, quella dolce dello zucchero, sia difficile resistere e sia associata al gusto stesso dell’energia, per tutta la vita. Ma mangiare troppi zuccheri può far male e può causare il diabete. Sul sito di Diabete Italia, delle Società Scientifiche di Diabetologia, come anche su quello dell’American Diabetes Association, si legge che non è vero che lo zucchero possa causare il diabete, perché il diabete di tipo 1 è determinato da fattori genetici e altri fattori sconosciuti che scatenano l'insorgenza della malattia, mentre il diabete di tipo 2 è causato da fattori genetici e da un errato stile di vita. Questo però non è vero per tutti gli zuccheri. La famosissima rivista Nature a febbraio di quest’anno ha pubblicato un articolo dal titolo emblematico “La tossica verità sullo zucchero”. I tre accademici autori dell’articolo, sostengono che lo zucchero dovrebbe essere considerato una tossina e come tale dovrebbe essere soggetta a interventi di sanità pubblica al pari dell’alcool. In altre parole, lo zucchero dovrebbe essere tassato e limitato proprio come l’alcol. Ma perché tanto accanimento nei confronti dello zucchero? Gli autori hanno raccolto numerose prove scientifiche a dimostrazione che il fruttosio, uno zucchero che si trova in molti prodotti industriali come bevande, gelati, merendine dolci, biscotti, ma anche nello yogurt, può innescare diversi processi che portano a una serie di malattie croniche, diabete compreso. Anche un recentissimo studio del dipartimento di Biologia Funzionale dell’Università Federico II di Napoli non lascia dubbi. Il nostro organismo può tollerare solo una certa quantità di fruttosio proveniente dalla frutta, ma l’assunzione sproporzionata derivata dal consumo eccessivo di prodotti industriali, mette a dura prova i nostri sistemi metabolici che si sono evoluti per controllare piccole quantità di fruttosio. Il fruttosio infatti, non viene “catturato” dall’insulina e distribuito a tutti i tessuti dell’organismo come avviene per il glucosio, ma va tutto direttamente nel fegato dove stimola la produzione di grassi, così come farebbe una dieta ricca di grassi. Il conseguente aumento di trigliceridi nel sangue porta a una condizione detta insulino-resistenza, che contribuisce all’insorgenza del diabete di tipo 2. Ecco che il legame zucchero-diabete c’è! Ed ecco perché gli autori dell’articolo su Nature raccomandano ai governi per tutelare la salute pubblica, di non occuparsi solo di fumo e alcol ma anche di zucchero, il cui consumo negli ultimi 50 anni, è triplicato in tutto il mondo. Ma come si fa a ridurre la quantità di zuccheri nella nostra dieta, senza dover arrivare a pagare ancora più tasse? Non è facile, perché lo zucchero si trova anche nei cibi “non dolci” come il pane in cassetta, i cracker o le salse tipo ketchup e senape. Ma se riduciamo nella nostra dieta il consumo di cibi dolci e di bevande gassate e limitiamo alla metà il consumo di zucchero casalingo, riusciremo senz’altro a dare una mano al nostro fegato. Ma c’è di più. L’attività fisica costante riesce a ripristinare la sensibilità all'insulina e a proteggerci meglio. Insomma più moto, meno zucchero!;

Per approfondimenti visitate il laboratorio di alimentazione del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano

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