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12 MARZO

Il Santo  del Giorno
 

 san gregorio magno
 
MARZO XII

  Papa Gregorio I, detto papa Gregorio Magno ovvero il Grande (Roma, 540- Roma, 12 marzo 604) è stato il 64º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica, dal 3 settembre 590 fino alla sua morte. E’ venerato come santo anche dalle Chiese ortodosse. E’ sepolto nella Basilica di San Pietro a Roma.
Sebbene il suo pontificato si sia svolto in uno dei periodi più bui della storia italiana, conservò una incrollabile fiducia nella forza del Cristianesimo.  Nonostante fosse di corpo minuto e malato era dotato di una grandissima forza morale ed è considerato una delle menti più brillanti del Medioevo europeo.
Figlio di santa Silvia e di Gordiano, Gregorio Magno nacque verso il 540 dall'antica famiglia senatoriale degli Anicii. Alcuni genealogisti collocano fra gli antenati di Gregorio i papi Felice III e Agapito. Dopo studi di elevato livello in grammatica e diritto, entrò nella vita pubblica ricoprendo la prestigiosa carica di praefectus urbi Romae (prefetto della città di Roma). Devoto ammiratore e biografo di Benedetto da Norcia (anch'egli appartenente alla Gens Anicia), impegnò tutte le sue notevoli sostanze per l'assistenza ai bisognosi e per trasformare i suoi possedimenti a Roma e in Sicilia in altrettanti monasteri. Egli stesso si fece monaco rinunciando all'altissima carica pubblica. Secondo la tradizione, mentre Gregorio attraversava, alla testa della processione, il ponte che collegava l'area del Vaticano con il resto della città (chiamato allora “Ponte Elio” o “Ponte di Adriano”, oggi Ponte Sant'Angelo), ebbe la visione dell'Arcangelo Michele che, in cima alla Mole Adriana, rinfoderava la sua spada. La visione (che secondo alcune fonti fu condivisa da tutti i partecipanti alla processione) venne interpretata come un segno celeste preannunciante l'imminente fine dell'epidemia che attanagliava la città, cosa che effettivamente avvenne. Da allora i romani cominciarono a chiamare la Mole Adriana “Castel Sant'Angelo” e, a ricordo del prodigio, posero più tardi sullo spalto più alto la statua di un angelo in atto di rinfoderare la spada.
Nonostante le riserve all'accettazione del compito che lo attendeva, fu amministratore energico, sia nelle questioni sociali e politiche per supportare i bisognosi di aiuto e protezione, sia nelle questioni interne della Chiesa; sebbene fosse fisicamente piuttosto esile e cagionevole di salute, si dimostrò uomo di azione, pratico e intraprendente. E infatti uno dei primi doveri che si impose fu la moralizzazione ed epurazione della Curia romana, in cui erano presenti troppi personaggi, laici ed ecclesiastici, che avevano interessi ben diversi da quelli spirituali e di carità; molti incarichi furono dunque attribuiti a monaci benedettini. L'altro dovere primario cui si dedicò fu quello insito nel ruolo di vescovo di Roma, utilizzando i beni propri e quelli derivanti dalle donazioni dei privati, non a beneficio di vescovi e diaconi, ma in favore del popolo della città di Roma.
Molti furono i provvedimenti intesi ad un riordino dell'istituzione monastica e alla regolamentazione dei rapporti di quella con l'organizzazione ecclesiastica ed i vescovi in particolare. Assicurò una maggiore autonomia giuridica per i monasteri, la cui vita economica non doveva in alcun modo subire l'ingerenza dei vescovi, chiamati a compiti spirituali; regolamentò i rapporti tra scelta monacale e vita familiare, generalmente dando la priorità ai diritti della seconda; sottrasse, quanto più possibile, gli ecclesiastici ai tribunali civili, non solo in ossequio ad una tradizione radicata, ma soprattutto perché non aveva alcuna fiducia delle autorità longobarde e bizantine.

 
 

Nel Martirologio si celebrano:
 

S. Massimiliano
A Tebeste in Numidia, ricordo di S. Massimiliano, martire, che, figlio del veterano Vittore ed anch’egli arruolato, rispose al proconsole Dione che al fedele di Cristo non è consentito spargere sangue; e poiché aveva rifiutato di giurare come legionario e di sacrificare agli idoli, fu ordinato di giustiziarlo con la spada.

SS. Migdonio, Eugenio, Massimo, Domenica, Mardonio, Pietro, Smeraldo e Ilario
A Nicomedia in Bitinia, ricordo dei SS. martiri Migdonio, Eugenio, Massimo, Domenica, Mardonio, Pietro, Smeraldo e Ilario, che furono strangolati ad uno ad uno, uno ogni giorno, per incutere il terrore in chi aspettava il suo turno.

S. Pietro cubicolario
Sempre a Nicomedia in Bitinia, passione di S. Pietro martire, che, essendo il maggiordomo dell’imperatore ed avendo deprecato apertamente i tormenti dei martiri, per ordine dello stesso augusto fu appeso in mezzo alla stanza e flagellato a lungo e orribilmente, e quindi bruciato lentamente sulla graticola. Anche Doroteo e Gorgonio, addetti come Pietro alle stanze private dell’imperatore, che avevano protestato e confessato la medesima fede cristiana, patirono simili terribili supplizi, prima di essere strangolati.

S. Giuseppe Zhang Dapeng
A Guiyang, nella provincia cinese del Guangxi, ricordo di S. Giuseppe Zhang Dapeng, martire, che, dopo essersi convertito, non appena battezzato aprì la sua casa ai missionari e ai catechisti, prendendosi cura in ogni modo dei poveri, dei fanciulli e degli infermi, finché venne condotto al supplizio della crocifissione, spargendo però lacrime di gioia per essere stato ritenuto degno di morire per Cristo.

 

 I SANTI DEL GIORNO

 
 
 

 

 

 


 

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