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Rugby

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    Canottaggio vs Rugby


    Le origini del rugby si possono rintracciare nella tradizione greco-romana.

    Nell'antica Grecia è documentata la pratica di giochi come l'epìskyros, nel quale i giocatori si dividevano in due campi delimitati da linee (per questo paragonato da alcuni all'odierno rugby), e l'apòrraxis, che imponeva di battere la palla violentemente sul pavimento per poi farla rimbalzare contro il muro e ribatterla fino all'errore.
    Il gioco che, tuttavia, più si avvicina all'attuale rugby è l'harpastum, di origine spartana ma diffuso soprattutto in ambiente romano. Si giocava su un terreno rettangolare, con una linea mediana e due linee di fondo campo. Scopo del gioco era quello di conquistare la palla nel corso di mischie affollate per portarla oltre la linea degli avversari. I giocatori potevano passarsi la palla e ingannare gli avversari con alcune finte; si aveva il diritto di giocare la palla al primo rimbalzo, mentre al secondo non era più giocabile. Era possibile fermare l'avversario in due modi: placcandolo oppure afferrandolo per qualsiasi parte del corpo, collo compreso.

    La data di nascita ufficiale del rugby moderno è il 1823, come certifica la lapide affissa sul muro della Rugby School, nella cittadina inglese di Rugby (Warwickshire), dove studiava William Webb Ellis, cui si attribuisce l'invenzione del gioco, nonostante egli non ne avesse mai rivendicato la paternità. Il rugby ben presto si diffuse nei territori dell’impero britannico.

    Nel nostro Paese la prima formazione italiana a scendere in campo fu l’US Milanese nell’aprile del 1911 (la prima partita di rugby a disputarsi su suolo italiano fu invece nel 1910 a Torino quando il Racing Club Parigi affrontò il Servette di Ginevra).
    Già popolarissimo in Gran Bretagna e in Francia, il rugby faticò a prendere piede in Italia, complice anche la Prima Guerra Mondiale. Si riprese a giocare nel 1927, quando in Italia si costituì un “Comitato di propaganda” diretto da Piero Mariani. Sarà lui, il 28 settembre del 1928, il primo Presidente della neonata Federazione Italiana Rugby.
    L’anno seguente, si disputerà il primo campionato. Vi parteciparono sei delle sedici Società attive in Italia ed il titolo andò all’Ambrosiana Milano.
    Nacque poi una Squadra Nazionale, che il 20 maggio del 1929, a Barcellona, affrontò il primo impegno internazionale contro la Spagna, perdendo 9-0. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale i soldati sudafricani, neozelandesi, inglesi ed australiani diventarono i maestri del nuovo Rugby italiano, anche se l’Italia resterà sempre legata al modello francese, almeno fino ai primi anni Settanta. Negli ultimi anni lo sviluppo e la conoscenza del gioco in Italia si sono considerevolmente arricchiti: merito dei grandi tecnici che si succedono sulla panchina della Nazionale e dei club e dei tanti campioni che si confrontano nel campionato italiano. 

    Nel 2016 il rugby farà ritorno ai Giochi Olimpici, in programma a Rio (era dall’edizione parigina del 1924 che la palla ovale mancava). Le migliori Nazionali maschili e femminili del rugby sevens si contenderanno la medaglia d’oro, il titolo più ambito dagli sportivi di tutto il mondo.

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