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Assassin's Creed: la saga videoludica che "fa Storia"

Assassin's Creed: la saga videoludica che "fa Storia"

Dopo la Gerusalemme della III Crociata (Assassin’s Creed), l’Italia rinascimentale (Assassin’s Creed II, Brotherhood, Revelations), il centroamerica atlantico del XVIII secolo infestato dai pirati (Black Flag), la Parigi rivoluzionaria (Unity), la Londra vittoriana (Syndacate), l’ultimo episodio della saga videoludica di Ubisoft (tralasciando i vari spin-off) conduce i suoi aficionados al punto più estremo del suo viaggio á rebour: l’Egitto tolemaico del 48 A.C. In sostanza un ritorno alle origini (dichiarato anche nel titolo – Origins, appunto) che consente alla narrazione decennale di riprendere, in motus circolare, le fila di un discorso iniziato col primo episodio, raccontando finalmente l’origine del grande conflitto fra Assassini e Templari, dell’uso e del senso della lama nascosta, del ‘credo’ degli Assassini (“Trattieni la lama dalla carne degli innocenti, nasconditi alla vista, sii un tutt'uno con la folla, non compromettere la Confraternita”).

Lasciando ai videogiocatori e alle letteratura di genere il compito di dilungarsi sulle trame dei singoli episodi, l’esperienza di gioco, il dettaglio delle dotazioni belliche dei personaggi e relativi potenziamenti più o meno esoterico-magici; le indagini sulla struttura tecnologica e gli intenti profondi dell’Animus e della manipolazione della memoria; venendo al piano narrativo e al vaglio degli aspetti scenografici (tutti, piò o meno distintamente, magnificenti) lungo i quali si svolgono le scorribande tra passato e presente dell’Assassino Desmond Miles e delle sue ‘incarnazioni’, il minimo che si possa dire della Saga è che la divulgazione della Storia – quella con la S maiuscola – non può che ringraziare. Il gioco – condotto dai suoi protagonisti che cambiano nome e vesti ma non identità unitaria profonda, etica e mission – continua a scorrere lungo la linea del tempo addentrandosi in ricostruzioni fattuali e scenografiche con una cura maniacale che noi studenti ‘bidimensionali’ non avremmo mai potuto nemmeno lontanamente immaginare.

A partire da questo ‘finale Inizio’ c’è tutto quello che mai si potrebbe apprendere su un manuale con altrettale coinvolgimento: la bellezza, il mistero, l’effetto scenico che solo l’antico Egitto può dare. C’è Alessandria, la sua biblioteca, i quartieri ricchi e i bassifondi; i templi con i loro sacerdoti paludati; la tomba, a lungo perduta, di Alessandro Magno. E poi i tramonti sul Nilo, da contemplare a bordo di una feluca o dalle sponde popolate di coccodrilli e ippopotami; la vastità desolata del deserto, rotta solo dall’improvviso levarsi di una tempesta di sabbia. E infine, ovviamente, le mummie, i papiri, i geroglifici, le piramidi...

Come in tutti gli episodi della Saga, anche qui le figure storiche (Cleopatra e suo fratello Tolomeo XIII, Giulio Cesare, Pompeo) compaiono sotto forma di cameo. I personaggi della Storia sono infatti una costante nelle avventure di Desmond Miles, protagonista contemporan-futuribile che entra/esce dalle memorie dei suoi avi Assassini per scorrazzare nel tempo alla ricerca dei ‘Frutti dell’Eden’, oggetti salvifici che consentiranno alle sue ‘incarnazioni’ di prevalere nella millenaria lotta con gli antagonisti Templari (animati da intento uguale e contrario) e all’umanità di resistere (se pur sempre per un soffio e in maniera precaria) all’affermarsi del Male (incarnato dalla temibile multinazionale farmaceutica Abstergo, ‘coperturta’ del progetto templare di conquista del mondo).

Memorabile – in particolare per il pubblico italiano – l’ambientazione rinascimentale degli episodi successivi al primo, in cui Desmond-Ezio Auditore, dal quartier generale segreto di Monteriggioni (Firenze) attraversa l’Italia del XVI secolo incontrando non solo ‘gente’ del calibro di Leonardo Da Vinci, Papa Alessandro VI Borgia o l’Inquisitore Torquemada, ma anche (e forse soprattutto) i protagonisti della Storia ‘minore’. Le ambientazioni (urbane e non) in tutti i loro risvolti – da quelli architettonici al tratteggio sociale fino alle miniature tecnologiche delle varie epoche – sono la più grande bellezza di questo Gioco alla Storia. Dalla gilda dei ladri di Venezia (Assassin’s Creed II), alle ciurme stracciate degli equipaggi britannici e delle flotte pirata nei mari caraibici (Black Flag), alle sterminate folle affamate di pane e assetate di sangue della Rivoluzione francese (Unity) che affollano i vicoli lerci del Ventre di Parigi sotto lo sguardo di Desmond-Arno Dorian dall’alto dei gargouilles di Notre Dame – per citarne solo alcuni – sono un invito 4.0 a lasciarsi andare al fascino della Storia e della storiografia. Senza dimenticare le incursioni nella tecnica. E’ grazie alle conoscenze scientifiche di Benjamin Franklin che Desmond-Shay Patrick Cormac riesce ad aprire (usando l’elettricità) la strana scatola in possesso dei Templari (Rogue); ed è in collaborazione con Alexander Graham Bell che l’Assassina Evie Frye (gemella di Desmond-Jacob Frye), in una Londra dickensiana terrorizzata da Jack lo squartatore inventa il telefono (Syndacate).

Insomma – tornando all’Origin, ma vale per tutta la Saga – noi studenti nel Secolo Breve, cresciuti a fantasie bidimensionali in bianco e nero, che ci siamo emozionati e terrorizzati con Belfagor, non possiamo che restare a bocca aperta e meravigliarci, con un tot di invidia, per quanto i nostri figli – dai Millennials in giù – possano imparare, divertendosi.

Esperienza di gaming (a cura di Edoardo R. e Cédric P.)

Parlando dell'esperienza generale possiamo dire che è un gioco fluido, con pochi difetti. 
Grazie al motore grafico Anvilnext, Ubisoft è riuscita a mantenere un equilibrio tra alti FPS (frames per secondo) e un'ottima grafica.
La soudtrack è accattivante e molto azzeccata.
Passando al gameplay, notiamo un cambiamento importante rispetto ai precedenti titoli della Saga; gli sviluppatori hanno deciso di avvicinare questo Assassin's Creed verso una tiplogia di gioco differente, cioè GDR. Hanno aggiunto la possibilità di aumentare di livello, potenziando le abilità e trovando, in giro per la mappa, armamenti migliori.
I luoghi sono ricchi di dettagli e caratterizzati dal fatto che il nostro personaggio riesce a raggiungere praticamentre ogni parte del mondo di gioco.
La mappa è molto vasta, con una riproduzione dell'antica Alessandria e altre città dell'antico Egitto.
La trama è fitta, dettagliata e intrigante, ricca anche di missioni secondarie.

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