Pubblicata a Roma all'inizio del 1700, la raccolta di sonate per violino e basso continuo che
Arcangelo Corelli dava alle stampe come Opera Quinta era destinata a diventare una pietra miliare dello musica strumentale italiana del sec. XVIII.
L'opera, in cui l'autore proponeva ai contamporanei un modello formale caratterizzato dall'equilibrio tra l'invenzione e l'elaborazione che verrà poi ripreso e sviluppato da Geminiani e Tartini, sarà ripubblicata nel corso del secolo più di cinquanta volte, ben presto anche in versioni ricche di ornamentazioni e diminuzioni che in alcuni casi sono probabilmente dovute alla stessa mano di Corelli.
Attento proprio alla prassi esecutiva dell'epoca, che dava per scontata questa possibilità di ornamentare e diminuire la parte solistica del violino,
Enrico Gatti ha proposto l'esecuzione integrale delle 11 sonate e una Follia che compongono l'op. V, in un doppio compact pubblicato dall'etichetta Arcana nel 2004.
Insieme a Gatti, che adopera uno strumento di Laurentius Storoni costruito a Cremona nel 1789, sono impegnati
Gaetano Nasillo al violoncello e
Guido Morini al clavicembalo.