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L'opera lirica: Esclarmonde

in onda martedì 7 giugno alle ore 21,00

L'opera lirica: Esclarmonde "A Mademoiselle Sibyl Sanderson, la creatrice della parte di Esclarmonde, quest'opera che è stata scritta per lei"; così Massenet scrive nel 1889 sulla prova di stampa dello spartito dell'opera, dedicandola alla giovane cantante americana che aveva conosciuto due anni prima e che lo aveva conquistato coi suoi mirabolanti acuti nella mozartiana Regina della Notte.

Avvenente e di grande intelligenza, il soprano californiano influenzò molto il musicista che su misura per lei creò, oltre al personaggio di Esclarmonde, anche quello di Thais e volle rivedere per la sua voce acuta la parte di Manon; la cantante soggiornò con Massenet a Vevey nell'estate del 1888 e in quel periodo partecipò attivamente all'orchestrazione dell'Esclarmonde insieme al compositore, che volle la sua firma accanto alla propria nella pagina finale del manoscritto.

Il lavoro riunisce ispirazioni varie, dalla "chanson de geste" medievale al poema epico cavalleresco del XVI secolo, rielaborate da Massenet con evidenti reminescenze wagneriane; a questo proposito così ha detto Gavazzeni: "Nella vastissima produzione massenetiana, "Esclarmonde" è l'opera più diversa, per i suoi aspetti melodrammatici e perché è l'unica a risentire chiaramente dell'influsso wagneriano... "Esclarmonde" è l'opera che realizza un ponte culturale tra la Germania e la Francia. E' il manifesto di questo tentativo di alleanza".

Effettivamente Massenet fu uno dei primi musicisti francesi a studiare ed ammirare Wagner, e nel 1884 egli dichiarò al giornale parigino "Le Figaro" che, contrariamente agli operisti italiani, il grande musicista tedesco aveva introdotto nell'opera l'uso di un clima drammatico non legato esclusivamente a narrazione e personaggi; Massenet adotta in quest'opera svariati elementi assimilabili alle novità wagneriane: l'uso del leit-motiv e la varietà nell'orchestrazione - oltre alla tipologia del soggetto - riportano direttamente al musicista di Lipsia.

Ricca di elementi fantastici, incantesimi ed apparizioni, l'opera - composta per l'Esposizione Universale dell'89 - rimase famosa anche per l'uso della lanterna magica usata per proiettare sette quadri di Grasset nella scena dell'evocazione di Esclarmonde da parte di Roland nel I atto; l'opera fu accolta trionfalmente anche per quel sol sovracuto della Sanderson soprannominato, in onore alla torre parigina, la "nota-Eiffel".

Nel 1992 Torino ha visto un allestimento speciale di Esclarmonde, in cui ad occuparsi dell'aspetto scenico e scenografico - fondamentale per quest'opera - è stato chiamato il premio Oscar Carlo Rambaldi, che così parla di quella esperienza: "Quando mi fu offerto il lavoro per "Esclarmonde" accettai senza riserve. Ad affascinarmi subito fu l'aspetto magico, evanescente, da notte di mezza estate popolata da fate, animali e spiriti, dell'opera di Massenet". . Ho cominciato a preparare le fantasmagorie di "Esclarmonde" a Roma, nella mia Ferrara e nella stessa Torino, città magica e misteriosa per eccellenza...Il primo obiettivo, sempre presente nelle diverse fasi del mio lavoro, e' stato di creare un' atmosfera, fumi colorati e creature capaci di non disturbare in alcun modo la rappresentazione lirica. Mi sono dato una regola: evitare ai melomani un serraglio di effetti speciali disturbanti".

Più volte descritta come una sorta di "Turandot bizantina", Esclarmonde è un personaggio affascinante e sfumato, che della sua velata bellezza e della magia si serve solo quando incontra l'amore; l' Esclarmonde di Massenet è stata anche l'opera preferita da Joan Sutherland, che ne è stata una delle più brillanti interpreti.

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