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L'eterna armonia: Frédéric Chopin (1810 - 1849)

in onda martedì 16 novembre alle ore 20,00

L'eterna armonia: Frédéric Chopin (1810 - 1849)I diciassette Canti Polacchi per voce e pianoforte op. 74 sono, come le Mazurche, un esempio musicale dal quale evincere il percorso stilistico di Chopin. I primi esempi risalgono infatti alla fine degli anni '20, quando era ancora studente presso la Scuola Superiore di Musica di Varsavia, mentre gli ultimi sono stati composti nel 1847, due anni prima della sua morte.

Quando nel 1852 Julian Fontana iniziò a compilare la raccolta di liriche per canto e pianoforte del nostro, non pensava alle mille difficoltà cui sarebbe andato in contro per realizzare il suo progetto. Inizialmente Fontana inserì nella raccolta sedici Canti, escludendo il n. 7 che tanto era detestato da Chopin. Il fatto curioso è che l'autore della ballata, il poeta polacco Witwicki, adorava questo lied, e così alta era l'ammirazione di quest'ultimo per il compatriota musicista, che fu spinto a proporgli nel 1831 un'opera teatrale d'argomento e di carattere nazionali, che Chopin rifiutò di realizzare.

A proposito del n. 7, Fontana raccomandò l'editore Schlesinger di pubblicarlo separatamente; apparve nel 1861 con il numero d'opera 75, in una versione per pianoforte solo e per due pianoforti. Solo successivamente, nella ristampa dei Canti Polacchi del 1872, la versione originale del Lied fu aggiunta alla raccolta curata da Fontana, da cui era stato espunto, dando luogo così alla definitiva silloge di Canti che noi conosciamo.

Quasi tutti i lieder hanno una forma strofica, seguono l'andamento del testo poetico, e sono tutti preceduti da un'introduzione pianistica più o meno ampia. Caso raro in questa raccolta è un effetto onomatopeico presente nel Canto n. 15: una rapidissima serie di semicrome nell'introduzione pianistica rappresenta musicalmente il sibilo del vento evocato dal primo verso del testo.

"Il vento gemeva tra i cespugli; troppo tardi, troppo tardi, o mio cavallo".

Fra tutti, il brano più struggente è il n. 9 composto nel 1847, anno della rottura del fidanzamento con George Sand. E' un'ampia melodia che si evolve liberamente appena sostenuta dall'accompagnamento pianistico. Gavoty, parlando di questi Canti, ha commentato che "di fronte a questi quadri ingenui, malinconici o ardenti, è quasi impossibile scorgere la personalità artistica dell'autore. Colui che seppe far cantare il pianoforte meglio di chiunque altro non era fatto per il Lied. D'altra parte egli non aveva alcuna particolare stima per i Lieder di Schumann e Schubert. Il pianoforte era il suo regno. L'universo del canto gli era completamente chiuso".

Nonostante la minima popolarità dei Lieder di Chopin, Liszt negli anni 1847-1860 ne trascrisse sei per pianoforte, i nn. 1, 2, 4, 12, 14, 15, con il titolo "Six Chants polonais", pubblicati nel 1860 a Berlino da Schleninger.

Frédéric Chopin (Wikipedia)

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