Xian Zhang: Prokof’ev, Romeo e Giulietta

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    Auditorium Arturo Toscanini di Torino
    Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

     

    Xian Zhang direttore

     

    Sergej Prokof’ev
    Romeo e Giulietta, brani scelti dalle due suite dal balletto
    Tratto dal programma di sala dell’orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

    I primi progetti del balletto Romeo e Giulietta risalgono all’autunno 1934. Fu il teatro Kirov di Leningrado a suggerire a Prokof’ev il soggetto. Poco dopo come sponsor del progetto si sostituì il Bol’soj di Mosca (nella capitale russa le rappresentazioni della tragedia shakespeariana erano frequenti). Prokof’ev lavorò al progetto insieme al coreografo S. Radov. Superate alcune divergenze, egli si dedicò alla composizione del balletto nell’estate del 1935 nella tranquillità di casa di Poljenov. Nel giro di quattro mesi ultimò il balletto più lungo che avesse mai scritto fino ad allora, uno dei suoi lavori più intensi e più affascinanti. Nel settembre 1935 l’opera fu presentata alla direzione del Teatro, ma venne respinta perché giudicata inadatta alla danza. Nei mesi successivi Prokof’ev lavorò alla revisione. Il balletto oramai, però, s’era fatto la nomea di opera difficile. Fu boicottato a lungo. La celebre étoile Galina Ulanova, che lo portò al successo nel 1940 osservava: “Nella musica di Prokof’ev c’è molto di inatteso, di inusuale, scomodo per la danza, specie i cambiamenti di ritmo”. La prima esecuzione del balletto avvenne, in prova, a Brno il 30 dicembre 1938. Romeo e Giulietta ricevette la consacrazione definitiva l’11 giugno 1940 al Teatro Kirov di Leningrado. Nel frattempo, tuttavia, il compositore aveva già provveduto a far circolare la sua musica per altre vie.

    Nell’ottobre 1935 il balletto venne eseguito in forma di concerto al Bol’soj e suscitò pareri favorevoli. Nel 1936 ne vennero ricavate le due Suite per orchestra op. 64 bis-ter e l’anno dopo i Dieci pezzi op. 75 per pianoforte. Una terza suite op. 101 venne realizzata nel 1946. La semplicità e la schiettezza, la limpidezza cristallina unite a un istinto straordinario per il timbro (la strumentazione), dote istintiva un po’ di tutti i compositori della scuola nazionale russa, sono le qualità che hanno reso così celebre e amata la musica del Romeo e Giulietta. Prokof’ev era ben consapevole di ciò: “mi son dato molta pena per raggiungere una semplicità che, io spero, raggiungerà i cuori di tutti gli ascoltatori. Se la gente non trova né melodia né emozione in questo mio lavoro, mi dispiacerà molto; ma io mi sento sicuro che essi presto o tardi le troveranno”.

    Angelo Chiarle
    (Dagli archivi Rai)

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