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Speciale-intervista con Elvis Costello

Giovedì 21 luglio 2016


Tra una tappa e l'altra del suo tour italiano, abbiamo incontrato Elvis Costello e abbiamo fatto una lunga chiacchierata con lui.

40 anni di carriera, un curriculum di dischi e collaborazioni da fare invidia a qualsiasi artista. Un'attitudine alla sperimentazione che Costello ha sin da ragazzo, quando nel 1977 in piena esplosione punk, esordiva con un disco che era completamente diverso da tutto ciò che girava intorno: "Non avevo nessunissima idea a parte il fatto che erano diversi anni che bussavo a diverse porte ma nessuno mi apriva, cosa che mi fece distaccare completamente dal fermento che viveva Londra in quegli anni."

Figlio di un musicista che registrava radiodrammi in eleganti sale da concerto, dice ""Volevo fare lo scrittore, non il musicista. Sono stato per un breve periodo una specie di pop star, in Inghilterra, alla fine degli anni 70, ma non mi è veramente piaciuto...". Ma la musica era di casa. 

"Al tempo non mi importava niente delle etichette che affibbiavano alla musica, andavano di pari passo con i vestiti che indossavi. Io volevo solo riuscire a fare la mia di musica”.

Elvis Costello a proposito del suo tour o come lo ha chiamato lui del suo "Detour": "Scelgo le canzoni da eseguire durante il concerto seguendo l'emotività.

Proprio in un concerto in Italia, infatti, Costello ha cantato “I threw it all away” di Dylan "perché era il suo compleanno e non ho detto niente, ma quella è una canzone che amo da anni, anche se era molto tempo che non la suonavo dal vivo".
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