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Professione cuoco. Pro e contro secondo Marco Parizzi

Ma sei sicuro che vuoi fare il cuoco? I contro e i pro di un mestiere di moda. Scritto da Marco Parizzi sulla Gazzetta di Parma qualche giorno fa. 

"Negli ultimi anni grazie alla diffusione (indiscriminata, direi) della cucina in tv, il cuoco è diventato un mestiere di moda. Quando ho cominciato, 26 anni fa, solo la passione poteva spingerti ad intraprendere questa carriera. Non c’erano altri motivi e i contro sovrastavano i pro da ogni punto di vista.

In questi anni molto è cambiato, ma è meglio che chi, spinto dall’ennesimo programma televisivo, prende in considerazione questo mestiere, sappia che un conto è cucinare per hobby, un conto è fare il cuoco.

I CONTRO: 

- Il cuoco non è uno chef. Prima di diventare chef, o meglio executive chef, devi fare una lunga gavetta, un viaggio fra gli inferi, più volte penserai di rinunciare, i più lo faranno.

- Cambierai vita. La tua vita sarà il tuo lavoro, il tuo hobby sarà il tuo lavoro, i tuoi amici faranno questo lavoro, se sei fortunato tua moglie farà il tuo lavoro.

- Gli amici. Dimenticali, nel giro di un anno li perderai tutti, perché tu lavori quando gli altri hanno finito, e ti diverti quando gli altri sono stanchi di divertirsi. Non potrai più fare weekend al mare, aperitivi lunghi, cinema, partitella di calcio, suonare nella band. Piano piano si dimenticheranno di te, e tu di loro. Ci soffrirai molto.

- La fidanzata. Ti lascerà. Ti ha conosciuto libero e disponibile, si trova un super impegnato e super stanco fidanzato. Comincerà a stancarsi di aspettarti e uscirà con le amiche, quando sarai libero, lei sarà impegnata. Anche lei piano piano, prenderà le distanze, ma mentre per lei sarà un percorso abbastanza naturale, tu ci soffrirai molto, perché il tuo mondo fuori dal lavoro era quel poco tempo che passavi con lei.

- I fallimenti. Quando vedi in tv uno chef lavorare, ne ammiri l’abilità, il piatto finito. Ma dietro a tutto questo ci sono anni di lavoro, di errori, di fallimenti, di persone che ti deridono e ti fanno sentire stupido, inadeguato. E tu sei così, stupido e inadeguato, di fianco a gente che è più forte, più veloce, più precisa, più preparata. E nonostante tu ci metta tutto il tuo impegno, ti arriverà di fianco e ti dirà: spostati! E con quattro semplici movimenti farà quello che tu non riusciresti a fare in un ora.

- Stipendio. Un cuoco alle prime armi è fortunato a non dover pagare per lavorare, se vuole fare carriera deve investire su se’ stesso, sulla professionalità".


I PRO:

"E’ un lavoro difficile. Può sembrare un controsenso, ma in realtà è forse la molla che fa scattare tutto. E’ un lavoro difficilissimo, stressante, in cui non hai mai finito di imparare, in cui la perfezione non esiste: i piatti che ti piacevano ieri sono orribili oggi. E proprio per questo non ti annoierà mai. C’è sempre qualcosa da scoprire, da provare, da assaggiare.

- Ridai la vita. Quello che mangiamo solitamente, è inesorabilmente morto. Il cuoco con la sua professionalità, col suo amore, ridà la vita nel piatto a tutti gli ingredienti, li fa rivivere in te, regalandoti un’ emozione, di cui a sua volta si nutre.

- Ti senti parte di qualcosa. La brigata di cucina è la tua seconda casa, la tua seconda famiglia, hai sudato per entrare a farne parte, ma ora ti senti un ingranaggio importante di essa, sai che non puoi mancare, sai che contano su di te e il tuo parere conta.

- Esaltazione mistica. Sono ormai le 20.30, il ristorante è tutto riservato, ma non è ancora arrivato nessuno, sai che ti salteranno addosso, ma tu sei pronto, sei carico. Partenza via, tutto succede in un attimo, ma tu ci sei, segui il ritmo, ad ogni domanda dello chef tu rispondi si chef, sono pronto. Tutto finisce e ricomincia a riordinare, rientra lo chef e fa i complimenti alla brigata ... l’adrenalina è dentro di te e scorre, ti senti un semidio.

- Meritocrazia. Sesso, razza, orientamento sessuale, politico, ceto sociale, non contano. In cucina sei solo un cuoco bravo o un cuoco mediocre, conta solo la resa, la bravura il talento e la passione. Tutto il resto non ci appartiene. Non ci interessa.

- Hai i gadget di cucina più fighi. Tutti li vogliono, ma pochi se li possono permettere, perché effettivamente, a casa servono a poco. Ma tu ce li hai: roner, abbattitore, pacojet, frullatori con e senza fili, azoto liquido…

- Puoi assaggiare i cibi ed i vini migliori al mondo. Sì lo puoi fare, anzi lo devi fare. Addirittura ti pagano per farlo. Inoltre sei uno specialista in una cosa che tutti fanno almeno tre volte al giorno.

- Mai senza lavoro. Se sei bravo, se hai voglia, non sarai mai senza lavoro. Dopo qualche anno conoscerai una marea di cuochi e chef, che ti aiuteranno sempre, e ti consiglieranno a colleghi.

- Lavori dove vuoi ...e ti pagano ovunque. In tutto il mondo cercano cuochi Italiani, puoi andare negli Stati Uniti, a Londra, nelle isole più belle, nei migliori resort, in Australia addirittura hai le stesse probabilità di avere il permesso di soggiorno di un chirurgo.

- Puoi fare il cuoco in mille modi. Non tutti i cuochi lavorano in ristorante, puoi adattare il tuo lavoro alla tua vita, puoi per esempio andare in un grande hotel, e fare le ore come in ufficio, o in una gastronomia, e fare le ore come in un negozio, in una mensa e fare le ore dei tuoi figli, o addirittura puoi insegnare, con il solo diploma. Anche se per molti cuochi queste scelte sono seconde scelte.

Ci sono altri pro e altri contro di questa antica professione, ne ho riassunto alcuni, non per forza i più importanti, ma quelli che secondo me ti potrebbero far decidere. E allora: sei sicuro di voler fare il cuoco? Quando lo chiesero a me, io risposi: si papà sono sicuro".

 

Marco Parizzi per La Gazzetta di Parma

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