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leggendaria etichetta dei Victory disc, i V-disc da Radio Bari!


I V Disc e Radio Bari

Facciamo una passo indietro?

Siamo nel 1943 e gli Alleati sbarcano in Sicilia; con loro, le loro armi, risalendo e occupando, sbarca anche molta musica: una quantità enorme di dischi viene spedita da Oltreoceano verso i fronti di guerra europei;

bisognava sollevare il morale degli occupanti (e degli occupati magari anche un po’….) Bisogna alimentare le radio nate nelle regioni liberate; parliamo prima di tutto di Radio Bari, dei suoi bollettini di guerra, dei suoi messaggi in codice ai partigiani clandestini, dei suoi notiziari e della tantissima musica americana trasmessa. È da qui che è ripartita e risorta la Radio italiana.

Ma torniamo a spiare tra gli appunti del collega Stefano Pogelli esperto di musica e di supporti musicali.

Ed è proprio lui che ci racconta come l'industria musicale americana agli inizi degli anni Quaranta è sull'orlo del collasso a causa della guerra ma soprattutto a causa dello sciopero della American Federation of Musicians che ha bloccato la produzione discografica. I musicisti chiedono una sacrosanta percentuale sulle vendita dei dischi, anche per ovviare alla disoccupazione causata dall'uso ormai capillare del grammofono nelle sale da ballo, in sostituzione della musica dal vivo.
Un tecnico del suono, Robert Vincent, arruolato come tenente presso la radio dei servizi speciali dell'esercito a quel punto propone al Ministero della Guerra di registrare musiche espressamente per le truppe. Lo scopo patriottico avrebbe così aggirato il blocco del mercato e molti artisti, da Bing Crosby a Glenn Miller aderiscono al progetto.

Nasce così la leggendaria etichetta dei Victory disc, chiamati poi V-disc.

Prosegue Pogelli:

Erano più grandi dei comuni 78 giri (12 pollici invece di 10) e i solchi erano più ravvicinati, così da permettere una durata di oltre sei minuti rispetto ai quattro dei 78 giri. Inoltre a causa della scarsa disponibilità di gommalacca, che proveniva dai territori allora occupati dai giapponesi, i dischi erano realizzati con una materia plastica derivata dal petrolio, il vinile, da poco brevettata. Il vinile era leggero, flessibile e più resistente agli urti. Dovendo inviare centinaia di migliaia di dischi al fronte questo aspetto risultò molto vantaggioso, dato che oltre la metà dei fragili dischi di gommalacca arrivavano in pezzi.
Oltre alle incisioni originali che venivano inviate direttamente alle truppe, l'Office of War Information produsse una vasta gamma di dischi con riversamenti di show radiofonici, colonne sonore cinematografiche, programmi musicali a tema per le radio dell'Europa liberata.

Lo sapete che Radio Rai conserva ancora una parte di questi preziosi dischi?


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