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Visioni sinfoniche di Rafael Kubelik

La Sinfonia n. 6 in re maggiore op. 60 fu la prima delle 9 Sinfonie composte da Antonin Dvorak ad essere pubblicata; a suscitare l'interesse dell'editore Fritz Simrock per le composizioni sinfoniche del musicista era stato Johannes Brahms, dal quale il compositore ceco fu assai stimato ed aiutato; questa stima viene condivisa dall'editore tedesco, che commissiona a Dvorak le celebri Danze Slave e pubblicherà molte sue opere.

Il rapporto che lega anche musicalmente Dvorak a Brahms si percepisce subito ascoltando l'attacco della sinfonia da noi proposta: un empito classico e solidamente legato alla tradizione del sinfonismo tedesco è evidentissimo, ma esso viene stemperato dalla frequente vivacità ricca di riferimenti folklorici: Dvorak adotta nel suo linguaggio modalità armoniche, ritmi, stilemi di danza vividamente ispirati alla sua terra.

Non scevro da inevitabili influenze wagneriane, ma ugualmente sensibile al nuovo linguaggio di Strauss, legato per più versi anche alla tradizione russa di Ciaikovski, Antonin Dvorak è uno tra i musicisti della fine del XIX secolo che ancora oggi trova, con le sue composizioni sinfoniche, corali, cameristiche, un larghissimo favore da parte del pubblico.

L'interpretazione discografica di questa Sesta Sinfonia realizzata nel 1973 dal grande Rafael Kubelik (che ne curò la registrazione integrale) è una delle più valide ancora oggi, da una parte fortemente legata alla monumentalità del tardo romanticismo tedesco e dall'altra nettamente scolpita nelle sue più variopinte atmosfere campestri.

Nella storia musicale la Danimarca non ha lasciato moltissimi nomi di autori celebri; ricorderemo certamente Dietrich Buxtehude, importantissimo compositore e organista esponente della scuola tedesca prima di Bach e, nell'Ottocento, Niels Wilhelm Gade, compositore direttore e virtuoso di viola; nel XIX secolo la personalità di maggior spicco è Carl Nielsen (1865 - 1931), autore di lavori sinfonici, cameristici, musica per il teatro e liederistica ma anche attivissimo violinista e poi direttore d'orchestra.

Alla fine di un periodo assai intenso sia per le vicende familiari che per la ricchezza e varietà di stimoli ed impegni professionali, Nielsen ottimisticamente fissa la prima esecuzione della sua Quinta Sinfonia op. 50 nel gennaio del 1922: pur avendovi lavorato per un anno intero, ne concluderà la stesura appena 9 giorni prima, scusandosi con tutti per aver dovuto eliminare ogni altra attività, professionale e mondana, in nome del suo nuovo lavoro.

Il linguaggio di Nielsen, famoso in patria e negli altri paesi scandinavi ma poco noto in Europa, mostra in questa Sinfonia la sua natura decisamente personale ed innovativa, ed al suo apparire lasciò pubblico e critica notevolmente confusi.
Da una parte si disse che "il tesoro delle sinfonie danesi in generale e la produzione di Nielsen in particolare si sono arricchiti di un lavoro strano e altamente originale", mentre da altri essa definita un violento pugno sferrato sulla faccia di un pubblico ignaro e snob".

Potremo decidere da quale parte schierarci ascoltandone l'interpretazione che Kubelik ha dato di questa Sinfonia ascoltando la registrazione dal vivo di un concerto realizzato a Copenhagen presso la Sala dei Concerti della Radio Danese nel 1983.

Rafael Kubelik conducts classical music
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