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Philippe Herreweghe e La Chapelle Royale

in onda giovedì 18 ottobre alle ore 6,00 (seconda puntata)

Philippe Herreweghe e La Chapelle Royale Il belga Philippe Herreweghe (Gent, 1947) si dedica alla musica parallelamente agli studi di medicina e psichiatria, prima studiando pianoforte, organo, clavicembalo e direzione, e poi - nel 1970 - fondando il Collegium Vocale Gent, con il quale inizia un lavoro serio e qualificato nell'esecuzione della musica antica.

Le sue qualità musicali suscitano l'interesse di Nikolaus Harnoncourt e Gustav Leonhardt che invitano Herreweghe col suo Ensemble (tra il 1976 e il 1978) a partecipare alla loro storica incisione integrale delle Cantate di Bach.

Nel 1977 Herreweghe fonda a Parigi La Chapelle Royale, dedita anch'essa alla musica antica, ed in seguito altri due gruppi: l'Ensemble Vocale Européen, specializzato nella polifonia del rinascimento, e l'Orchestre des Champs Elyèes, che esegue con strumenti originali i repertori del periodo preromantico e romantico.

Ampia la sua discografia, imperniata sulle grandi opere di Johann Sebastian Bach e sulla produzione dei compositori francesi del XVII e XVIII secolo, ma aperta anche alle opere corali e sinfoniche di Mozart, Beethoven, Brahms, Mendelsson, Fauré, come pure a Mahler e Schoenberg; il musicista belga è stato eletto dalla stampa europea nel 1990 "Musicista dell'anno" e "Ambasciatore Musicale delle Fiandre" nel 1993.

La Chapelle Royale nel suo nucleo originario consta di una trentina di cantori, quasi tutti di estrazione francese, e di un ensemble di strumenti antichi; ad essi vanno aggiunti elementi sia vocali che strumentali in relazione alla scelta del repertorio che nel tempo si è molto ampliato e tocca il periodo antico, quello classico, romantico e contemporaneo.

L'Ensemble fondato da Herreweghe ha partecipato a svariate produzioni operistiche e ha realizzato molte incisioni discografiche oltre alla produzione bachiana realizzata insieme al Collegium Vocale Gent; La Chapelle Royale è stata diretta inoltre da Gustav Leonhardt, Peter Phillips, Michel Corboz, John Eliot Gardiner, Roy Goodman, Sigiswald Kuijken, Bernard Haitink.

Ascolteremo oggi due mottetti a cappella di Giovanni Pierluigi da Palestrina: "Ave Maria" a 8 voci "Sicut cervus" a 4, brano tra i più noti di tutta la musica sacra del rinascimento: il bellissimo (e spesso bistrattato) mottetto è qui presentato nella forma completa della sua "secunda pars".

Meno noti il nome e l'opera del compositore Henry Dumont, nato nei pressi di Liegi nel 1621; organista e cembalista dallo stile conservatore, è ricordato per la sua raccolta "Cantica sacra" in cui compare per la prima volta nelle stampe francesi il basso continuo a sostegno di composizioni sacre; qui un mottetto per doppio coro basato sul testo di uno dei Salmi penitenziali per eccellenza: "Super fulmina Babylonis".

Con il "Te Deum" di Henry Purcell siamo nel pieno dello splendore barocco; nella liturgia anglicana l'Anthem è forma analoga al mottetto, e può essere interamente destinato al coro ("Full Anthem") o parzialmente eseguito, in alcuni versetti, dai solisti ("Verse Anthem"); è in questa forma che Purcell realizza l'Inno; con grande varietà in cui archi e fiati si alternano e si rispondono nei passaggi strumentali con risultato di serena grandiosità.

L'incisione dei mottetti di Johann Sebastian Bach di Herreweghe che abbiamo iniziato a conoscere risale al 1985, con una riedizione digitale del 2002; qui abbiamo modo di ascoltare quello che è forse il più intenso dei mottetti, "Jesu Meine Freude" BWV 225, che contrariamente agli altri brani corali Herreweghe sceglie di eseguire a voci sole.

Le voci dei solisti (i soprani Agnés Mellon e Greta de Reyghere, il controtenore Vincent Darras, il tenore Howard Crook e il basso Peter Kooy) assecondano la ricerca di Herreweghe quasi come in un grande madrigale sacro in cui il valore supremo da perseguire è l'intensità dell'espressione.


www.lachapelleroyale.com

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