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L'opera lirica: La donna silenziosa

in onda martedì 9 agosto alle ore 21,00

L'opera lirica: La donna silenziosa "Dopo la morte del fedele, geniale Hofmannsthal dovetti ammettere rassegnato che la mia attività di compositore d'opera era finita..."; così Richard Strauss all'indomani della morte dell'autore e poeta col quale aveva lavorato in simbiotico accordo per oltre vent'anni.

Nel 1931 Strauss conosce Stefan Zweig e subito tra i due nasce una grande stima: "..al primo incontro proposi a Strauss di scegliere ad argomento di opera il tema «The silent woman» di Ben Jonson e fu una grata sorpresa per me vedere con quanta rapidità e limpidezza Strauss accolse tutte le mie proposte. Non avrei mai supposto in lui una così pronta intelligenza artistica ed una cosi stupefacente conoscenza drammaturgica. Mentre gli stavo raccontando l'argomento egli lo plasmava drammaticamente e lo adattava anche subito, il che era ancora più straordinario, ai limiti della sua capacità creativa, di cui si rendeva conto con una chiaroveggenza quasi spaventosa... Subito al primo colloquio, Strauss mi confessò apertamente di sapere benissimo come un musicista a settant'anni non possegga più l'energia originaria dell'ispirazione. Non gli sarebbero più riuscite opere sinfoniche come «Till Eulenspiegel» oppure «Morte e trasfgurazione», giacché appunto la musica pura esige un massimo di freschezza creativa. Però la parola valeva ancor sempre ad ispirarlo. Si sentiva in grado di illustrare drammaticamente una sostanza già preesistente, perché dalle situazioni e dalle parole si sviluppavano in lui spontaneamente temi musicali: per questo si era dato ormai, nei suoi tardi anni, in modo esclusivo all'opera. Sapeva anche benissimo che l'opera è in fondo forma artistica superata. Wagner è tale vetta, che nessuno può andare al di là. «Però», aggiungeva con la sua ampia risata bavarica, «io me la son cavata facendogli un giro attorno.".

Dal canto suo il compositore giudicò il nuovo libretto che Zweig gli propone "non meno adatto ad essere musicato di quello delle Nozze di Figaro e del Barbiere di Siviglia"; e in effetti nel caso de "Die Schweigsame Frau" sono spesso citate come plausibili riferimenti molte opere, apparentemente lontanissime: dal Don Pasquale ai Maestri Cantori, da Così fan tutte a Falstaff al Barbiere di Siviglia, col quale essa ha anche in comune uno dei protagonisti, un barbiere appunto; tutte queste analogie fanno riferimento al clima, improntato ad una diffusa leggerezza e comicità che dissimula però una inoppugnabile saggezza, resa musicalmente in modo oltremodo raffinato.

Fondamentalmente indifferente alle istanze naziste, Richard Strauss nel 1933 aveva accettato la presidenza della Camera Musicale del Reich e questo, anche secondo lo stesso Zweig, per difendere la propria autonomia artistica (e proteggersi da alcune possibili accuse di filosemitismo); quando però in occasione della prima de "Die Schweigsame Frau" Strauss si accorse che il nome dello scrittore ebreo non era sulle locandine, egli protestò aspramente e si dimise dal suo incarico, continuando peraltro a rivendicare la libertà dell'artista (anche se, disse: "..anch'io faccio semplicemente parte del popolo dei "servitori e camerieri", ed invidio quasi quel perseguitato di Stefan Zweig..").

Il lavoro, che al suo apparire era stato abbondantemente fischiato, fu accolto nel '36 alla Scala di Milano e ripreso in Germania solo nel 1946: sulle locandine il nome del librettista, morto esule e suicida quattro anni prima.

Opera composta in vecchiaia sulla vecchiaia, "Die Schweigsame Frau" narra di un vecchio lupo di mare, ipersensibile ai rumori a causa di un incidente e poco incline alla vita familiare; gli intrighi e le beffe ordite dai vari personaggi - compreso un matrimonio per inganno - porteranno Sir Morosus a riconciliarsi con il mondo, con la vita e col suo "rumoroso" svolgersi quotidiano.

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