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Due secoli in bianco e nero

in onda venerdì 12 dicembre alle ore 15,30

Due secoli in bianco e neroIl Pianoforte sarà oggi protagonista della nostra trasmissione, con tre proposte di ascolto che simboleggiano una parte del percorso tecnico e stilistico di questo strumento dall'800 fino a noi.

Nel periodo romantico il pianoforte è strumento principe, e proprio intorno ad esso si sviluppa la grande poetica intimistica dei musicisti che si ispirano alla filosofia e ai grandi autori della letteratura; la musica da camera, solistica e non, pare non poter fare a meno della tastiera cui si affidano le innumerevoli sfumature di un linguaggio in rapido sviluppo.

Vera personificazione del pianoforte nella totalità della sua ispirazione è naturalmente Frédéric Chopin, del quale proponiamo la Sonata in si minore op. 58; composta nel 1844, essa è l'ultima delle tre che il musicista dedicò al pianoforte, e nella sua ampia struttura Chopin articola un linguaggio ormai maturo e particolarmente equilibrato e sereno.

Claude Debussy nel 1815 dedicò i suoi due libri di Etudes alla memoria di Chopin, con l'avvertimento di non avvicinarsi alla professione di pianisti se non muniti di una mano particolarmente dotata; in effetti questi Studi per pianoforte, dedicati ai vari aspetti della tecnica pianistica, rappresentano da una parte una vera sfida alla fisicità, dall'altra segnano l'affermazione di quella che è stata definita "la forza destabilizzante della modernità" di cui Debussy si è fatto portavoce.

"Molti musicisti non considerano George Gershwin un compositore serio. Ma essi dovrebbero capire che, serio o no, egli è un compositore - cioè un uomo che vive nella musica ed esprime ogni cosa, seria o no, profonda o superficiale, per mezzo della musica, poiché essa è il suo linguaggio innato. Ci sono svariati compositori, seri (come essi si credono) o no (come io penso), che hanno imparato a mettere insieme le note. Ma essi sono seri solo in considerazione della loro perfetta mancanza di umorismo e di anima....Un artista è come un albero di mele: quando viene il suo tempo, che lo voglia o no, esplode coi suoi fiori ed inizia a produrre mele. E come un albero di mele non conosce né chiede quale valore gli esperti del mercato attribuiranno al suo prodotto, così un vero compositore non chiede se ciò che egli produce piacerà agli esperti delle arti serie. Egli semplicemente sente che deve dire qualcosa, e lo dice. Mi sembra fuori dubbio che Gershwin è stato un innovatore.
Ciò che egli ha fatto con ritmo, armonia e melodia non è solamente stile...non parlo qui da teorico musicale, né sono un critico, e quindi non sono costretto a dire se la storia considererà Gershwin una sorta di Johann Strauss o Debussy, Offenbach o Brahms, Lehar o Puccini...ma io so che egli è un artista e un compositore, che ha espresso idee musicali e che esse nel modo in cui egli le ha espresse erano idee nuove"
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Abbiamo voluto che fossero le illuminate parole di Arnold Schoenberg ad introdurre la musica di George Gershwin; il musicista americano nel 1932 realizzò una versione per solo pianoforte di molte delle sue canzoni, ed è con 18 di esse che concluderemo la nostra puntata dedicata in bianco e nero alla magica tastiera del pianoforte.

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