[an error occurred while processing this directive]
[an error occurred while processing this directive]

Riforma 11: DICIAMO NO ALL'ADDEBITO DI “PANE E COPERTO” NEI RISTORANTI ITALIANI

Iniziative indirizzate all'abolizione dell'addebito del Pane e Coperto nei ristoranti

DICIAMO NO ALL'ADDEBITO DI “PANE E COPERTO” NEI RISTORANTI ITALIANI



La nostra proposta è di mettere fuori legge nei ristoranti italiani l'addebito relativo a “pane e coperto”. Si tratta di una voce completamente sconosciuta all'esterno, dove invece si paga talvolta il pane, se richiesto, e il servizio. Il problema è che in moltissimi ristoranti italiani si pagano sia il “pane e coperto” (anche se non si consuma il pane) sia il “servizio”.
Volendo semplificare la materia si potrebbe dividere la materia in tre aree:

1) il pane
2) il coperto in senso stretto (l'uso di tovaglie, tovaglioli, piatti, posate, pulizia)
3)il servizio

Nella nostra opinione si deve razionalizzare e rendere trasparente la materia per permettere a tutti i 
clienti di capire cosa si sta pagando esattamente. Prenderemo come esempio un cliente che si siede 
al tavolo in un ristorante e chiede esclusivamente una coscia di pollo.
 
1) È giusto chiedere SOLTANTO AI CLIENTI CHE CONSUMANO PANE un equo corrispettivo per il pane (e/o focacce, grissini eccetera). Il fatto che il pane sia invece incluso nell'addebito del “pane e coperto” produce un doppio effetto indesiderato: da un lato comporta dei costi impliciti per il cliente che non consuma il pane; dall'altro lato, nel caso opposto invece di un cliente goloso di pane, costringe ad assistere in molti ristoranti all'avvilente tiramolla tra il cameriere che ne porta sempre poco (perché per definizione “il pane e coperto” può essere soltanto un unico addebito per ogni cliente) e il cliente che si sente in colpa a chiedere una seconda o terza fornitura di pane. 
Invece, svincolando il pane dal coperto, si permetterebbe al cliente goloso di pane di chiederne quanto ne vuole, pagandolo, e al cliente non interessato al pane o intollerante al glutine, di risparmiare sul costo totale. Anche “pani speciali” e particolarmente ricercati possono eventualmente essere fatti pagare un prezzo più alto. E d'altra parte nulla vieterebbe a qualche locale di fornire tutto il pane gratuitamente.

2) Anche fare pagare il servizio al tavolo è corretto, ma, a nostro avviso, solamente se lo stesso prodotto è disponibile nello stesso locale anche in altra forma (d'asporto, o da consumare al banco). Se una coscia di pollo consegnata in mano, “da asporto” costa quattro euro allora è giusto fare pagare qualcosa in più a un cliente che preferisce consumarla servita nel locale, con tovaglia, tovaglioli, piatti e posate. Ma se un locale prevede SOLTANTO il servizio al tavolo, allora il prezzo del servizio e dell'uso della dotazione del tavolo deve essere incluso nel costo della portata (la coscia di pollo), eventualmente più alto.

3) In questo modo il coperto in senso stretto non avrebbe senso alcuno ed andrebbe pertanto abolito.Nell'esempio fatto, la coscia di pollo da quattro euro (da asporto) costerebbe ad esempio +2 euro se servita al tavolo, + 1 euro se si vuole un giro di pane + 1 euro se si vuole un secondo giro di pane.
Nel locale che non fa servizio d'asporto invece la coscia costerebbe direttamente 6 euro perché in quel locale è prevista solo la coscia al tavolo. Nessun altro costo andrebbe addebitato al cliente. Potremmo assistere alla meraviglia di ricevere uno scontrino con un unica voce chiedendo una sola portata.Sulla materia si sono registrate alcune passate delibere locali in tal senso (Comune di Roma, Regione Lazio) noi intendiamo sottrarre la materia alla disciplina locale ed estendere il divieto a tutto il territorio nazionale.
[an error occurred while processing this directive]