È canadese, è nato nel 1956, è un grande tenore drammatico del nostro tempo, e c'è chi dice anche che è proprio nato per cantare: "Born to sing" è il titolo della biografia di Ben Heppner, scritta da Lois Neely nel 1997.

Fino ai 32 anni Heppner manifesta sì chiaramente le sue doti vocali, svolge i suoi studi, ma non trova affatto la via del successo; la sua vittoria nel 1979 al Canadian Broadcasting Company Talent Festival gli mostra semplicemente che quella è la strada da percorrere, ma è una strada non agevole: Ben si guadagna da vivere cantando in chiese e sinagoghe e combatte soprattutto, insieme alla moglie Karen, pianista, con spese e bollette.

Ben continua a studiare, e si innamora dell'opera (proprio di quell'opera che da ragazzino considerava così sciocca); impara bene l'italiano, il francese ed il tedesco, studia l'arte scenica e si prepara con i suoi maestri di Toronto ad affrontare, unico canadese (e più vecchio tra i candidati) l'audizione al Metropolitan: sarà tra i vincitori, ma ciò che lo farà decollare sarà il fatto di ricevere, come cantante wagneriano, il Primo Premio intitolato a Birgit Nilsson.

Negli anni che seguono Heppner debutterà nei migliori teatri del mondo: canta alla Carnegie Hall di New York per i reali di Svezia, è in Giappone, Svezia, Stati Uniti, da Chicago a San Francisco, Vienna, Parigi, Milano, Salisburgo..; negli anni '90 il tenore partecipa a molte trasmissioni per il canale radiotelevisivo canadese CBC tra cui un documentario a lui dedicato; presta la sua voce per eventi diversi (qualcuno lo ricorderà, con la sua figura imponente e il suo viso largo e sorridente di aspetto piuttosto baritonale, a dire il vero, cantare l'inno canadese alle olimpiadi invernali di Torino nel 2005).

Il repertorio di Heppner è basato sulle opere di Richard Wagner; nel ruolo di Tristano e di Walther von Stolzing (uno dei protagonisti in Die Meistersinger) Heppner si trova massimamente a suo agio, come anche in quelli di Tannhäuser e Lohengrin; al suo nome sono legati però anche l'Aeneas da Les Troyens di Berlioz e Peter Grimes, dall'omonima opera di Benjamin Britten; l'attività concertistica e discografica di Heppner spazia dal repertorio operistico tradizionale (Otello, Andrea Chenier, Turandot, Pagliacci), a Mozart e Beethoven, dalle opere delle varie scuole nazionali del tardo ottocento (Jenufa, Sansone e Dalila, Rusalka) alle grandi composizioni sinfoniche di Mahler, Schonberg, Kodaly, Beethoven, Britten e Verdi.

Per quanto nella vocalità e nello stile Ben Heppner sia stato ripetutamente avvicinato al conterraneo Jon Vickers, egli non si sente propriamente un tenore drammatico, ma piuttosto lirico; una delle voci che maggiormente lo ha influenzato è quella, scura e bellissima, del grande Fritz Wunderlich.

Descritto dalla stampa come "il quarto tenore", presentatosi ai pubblici di tutto il mondo come l'eroe canadese, la cui voce mostra capacità illimitate e si muove senza difficoltà dal più morbido lirismo ai toni più stentorei, Ben Heppner sarà impegnato dal 2010 al 2013 nel nuovo allestimento dell'intero Ring wagneriano al Metropolitan con James Levine.

L'ampia discografia di Ben Heppner comprende, oltre ai repertori operistici e sinfonici, anche dischi solistici, registrati solo a partire dal 1995; tra i premi ricevuti dal tenore, in aggiunta ai due già citati, ricordiamo il Grammy Award vinto con Die Meistersinger nel 1997, il Juno Award (premio canadese intitolato a Giunone) ricevuto nel 1996, nel 2000 e nel 2002, il Gramophone Award del 1999 (Rusalka) e nel 2002 le tre nominations ed il Grammy per Les Troyens incisa dal vivo con Colin Davis e la London Symphony Orchestra; nello stesso 2002 Heppner vede premiare anche il suo disco solistico dedicato ad arie francesi, e quasi interamente francese è il repertorio proposto nella trasmissione odierna.

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