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Protagonisti: Nobuko Imai

in onda lunedì 7 giugno alle ore 13,00

Protagonisti: Nobuko Imai Dovevano proprio piacerle, i Märchenbilder op. 113 di Robert Schumann, se ha deciso di inciderli a ripetizione, a un solo anno di distanza: stiamo parlando della violista Nobuko Imai, della quale abbiamo già avuto modo di illustrare vita e miracoli (o meglio, formazione e carriera) in occasione della trasmissione a lei dedicata, nella rubrica Protagoniste del 25 ottobre scorso; la musicista giapponese torna con noi offrendoci un programma ampio e multiforme che merita la nostra attenzione, insieme ad alcune annotazioni.

Iniziamo quindi dai "Quattro quadri fiabeschi per viola e pianoforte" che Schumann compose nell'ultimo periodo musicalmente creativo della vita, prima che la follia si impadronisse definitivamente della sua mente; il musicista sassone, che già dal 1844 alternava momenti di esaltazione alla completa apatia, scrisse nel 1851 quest'opera, una delle sue ultime testimonianze cameristiche, che fu eseguita per la prima volta in un albergo di Bonn due anni dopo dal dedicatario, il violista Wasielewski, e dalla moglie Clara.

Per chi voglia avvicinarsi al linguaggio e alla poetica del compositore i Märchenbilder sono del tutto significativi a cominciare dal titolo, che colloca quattro diversi momenti musicali - che potrebbero altrimenti essere i quattro movimenti di una sonata - in un mondo magico in cui lirismo, ritmi galoppanti, irruenza e dolce mestizia sono collocati in un'atmosfera visionaria, forse analoga a quella che ormai avvolgeva la mente del compositore con le sue continue visioni di angeli e demoni.

Nobuko Imai ha realizzato con grande profondità questa bella pagina cameristica e la ha registrata, come dicevamo, ben due volte: nel 2001 con il pianista Harris Goldsmith e nel 2002, nella incisione che ascolterete in apertura di programma, accompagnata dalla grande Martha Argherich.

Al 1863 risale invece la composizione della Sonata op. 36 di Henry Vieuxtemps, compositore nato in Belgio ma noto in tutta Europa come virtuoso di violino; nella sua visita in Germania del 1833 il violinista tredicenne fu paragonato da Schumann a Paganini, che peraltro Vieuxtemps incontrerà l'anno dopo a Londra.

Negli anni a seguire il musicista belga divenne celebre sia come brillantissimo esecutore che come didatta; fu infatti fondatore a San Pietroburgo (dove era solista al teatro imperiale) della scuola violinistica al Conservatorio, nella quale gli succedette Henryk Wieniawski, e tra i suoi allievi si ricorda il grande Eugène Ysaye; il pianista Roger Vignoles suona insieme a Nobuko Imai questa Sonata in un'incisione del 1992.

Concludendo questo breve itinerario musicale romantico arriviamo a Johannes Brahms e ai suoi Zwei Gesänge op. 91, cioè ai Due lieder per voce e pianoforte con viola obbligata intitolati Gestillte Sehnsucht (Desiderio appagato) e Geistliches Wiegenlied (Ninna-nanna spirituale) che egli compose a circa vent'anni di distanza, nel 1863/4 e nel 1884; con Nobuko Imai il contralto Ann Murray e il pianista Stephan Kovacevich.

Paul Hindemith dedicò al caldo e profondo suono della viola (da lui amata e suonata) molte composizioni, alcune delle quail sono incluse come sonate nelle sue opere n. 11, n. 25 e n. 31; Nobuko Imai esegue per noi la Sonata per viola sola composta nel 1937, da lei incisa nel 1992.

Benjamin Britten si ispirò al celebre ciclo di 7 Pavane nel suo Lachrymae - reflections an a song of John Dowland per viola e pianoforte; la Imai - che nel 2004 ha dedicato un suo disco ad elaborazioni di mottetti antichi - lo esegue qui in una versione con arpa, insieme alla conterranea Naoko Yoshino; in chiusura i Due Monologhi per viola sola che il lituano Vytautas Barkauskas ha dedicato - il primo nel 1983 e il secondo nel 2004 - alla violista giapponese.

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