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Protagoniste: Hélène Grimaud

in onda martedì 17 maggio alle ore 12,00

Protagoniste: Hélène GrimaudInizialmente pensi di avere sbagliato e di esserti imbattuto in una delle solite pubblicità: foto di qualità, lineamenti decisi ma bellissimi, capigliatura fluente, make-up perfetto, labbra e occhi da vamp; invece è lei, Hélène Grimaud, una delle pianiste più acclamate degli ultimi tempi, professionista giovane e bella ma anche donna determinata e - come vedremo - stupefacente.

Nata a Aix en Provence nel 1969, Hélène non fu semplicemente una bambina prodigio, per quanto fu accettata agli studi superiori del Conservatorio di Parigi a tredici anni e vinse il suo primo premio a sedici; fu piuttosto una enfant terribile, dotatissima e determinata, testardamente amante delle sfide.

Il 1987 è un anno cruciale nella carriera di Hélène: a soli diciott'anni la pianista partecipa a due manifestazioni musicali internazionali (il MIDEM di Cannes e il Festival pianistico di La Roque d'Anthéron), compie il suo primo rècital solistico a Tokyo e viene invitata a suonare con l'Orchestre de Paris, sotto la direzione di Daniel Barenboim.

Da allora la Grimaud si è esibita in tutto il mondo, sia come solista che con le maggiori orchestre (da quelle di Berlino Londra Dresda e Lipsia a quelle di S. Pietrobutgo e Tokyo), diretta dai più grandi direttori (Abbado, Bychkov, Conlon, Chung, Davis, Dutoit, Hogwood, Inbal, Järvi, Janowski, Masur, Sawallisch, Tate, Temirkanov); una sequela di superlativi che però improvvisamente si interrompono per una crisi interiore profondissima.

Da sempre insofferente, ribelle ed irrequieta, la Grimaud lascia la Francia per gli Stati Uniti, dove farà nel 1991 un incontro fondamentale per la sua vita: quello con i lupi; in una riserva a pochi chilometri da New York la pianista decide di allevarli vivendo con loro, abbandona i ritmi convulsi di concerti e tournées ed interroga se stessa, guardando quella meraviglia della natura i cui occhi grigi ed insondabili tanto ricordano i suoi.

Hélène fonda il New York Wolf Center e si adopera attivamente per la reintroduzione dei lupi nel loro ambiente naturale, tenta di interpretare le realtà dello spirito guardando quelle della natura e questa sua esperienza così fuori dai canoni la racconta in un libro, il premiato "Variazioni Selvagge" (2003); l'autobiografia si spezzetta in ricordi ed immagini che lei definisce "schizofreniche", i grandi incontri della vita sono descritti mescolando insieme Gidon Kremer, Martha Argerich e la lupa Alawa.

L'urgenza di scrivere, rileggendo se stessi e comunicando agli altri il proprio percorso, pur se in modo schivo e "selvaggio", porta Hélène al suo nuovo recentissimo libro, "Lezioni private": "È un viaggio immaginario in cui ho mescolato l'amore che i miei genitori mi hanno insegnato per l'Italia, le mie impressioni personali di lettrice e viaggiatrice e le mie fantasie su luoghi e personaggi.... un itinerario emotivo e intellettuale".

Il suo Beethoven - che ascolteremo in apertura di trasmissione, con la Sonata n. 17 detta "La Tempesta" - Rachmaninov (Studi e Variazioni incise nel 2001), Bartok (per il quale Boulez la vuole in un CD del 2005 contenente i Tre Concerti, in cui Primo e Secondo sono affidati a Krystian Zimermann e Leif Ove Andsnes), sono tutti momenti di grande intensità interpretativa.

Completa gli ascolti "Fantasia on an Ostinato", composta da John Corigliano nel 1985 e basata su un frammento tematico della 7° Sinfonia di Beethoven rielaborato in chiave minimalistica.

Ascoltando suonare Hélène Grimaud si percepisce quanto profondo sia il suo tentativo di compenetrazione nei confronti dell'anima stessa dell'autore, quasi in una dimensione universale, in cui il dolore sembra essere parametro fondamentale, insieme al tentativo continuo di conciliare la fragilità dell'esistenza umana con l'assoluto: "Mi piace pensare che un artista sia qualcuno chiamato a rendere una testimonianza del potere incredibile della bellezza, che davvero riesce a cambiare il mondo".

Hélène Grimaud, Piano et Loups

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