Fuori orario

Dal 16 al 22 ottobre 2016

In onda dal 16 al 22 ottobre 2016

 

Domenica 16 ottobre     2016    RAI3             dalle 1.10 alle 6.00 (290’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

VERITÀ E MENZOGNA DELLA STORIA

 

 

a cura di Lorenzo Esposito

 

 

JOAQUIM GATTI, VARIATION DE LUMIERE

(Francia 2009, col., 2')

Regia Jean-Marie Straub

Nel luglio del 2009 un giovane film-maker francese, Joaquim Gatti, è stato ferito a un'occhio dalla polizia durante alcune dimostrazioni a Montreuil. Un "cinema interventista" o un piccolo "agit-prop" con testo di Jean-Jacques Rousseau.

 

 

NOTES SUR NOS VOYAGES EN RUSSIE 1989-1990                 15’  

(Italia-Francia 2011, col.')

di Yervant Gianikian, Angela Ricci-Lucchi

 

"È un film “sublimazione“ di note, acquerelli, appunti, diari di viaggio. Nel 1989-’90 abbiamo filmato a Leningrado-San Pietroburgo, la città del poeta Osip Emil'evic Mandel'stam – l'autore di Viaggio in Armenia – gli ultimi sopravvissuti delle Avanguardie russe degli anni ’20 e ’30. ll film è un frammento di un vasto affresco registrato durante la caduta dell’Unione Sovietica con i ritratti degli ultimi testimoni di una Grande Storia che nessuno ha fissato e che sono ora scomparsi." (Y.G. - A.R.L.)

 

CORNEILLE-BRECHT                                                                                         28’

ou “Rome, l’unique objet de mon ressentiment!”               

(Id.; Francia, col., 2009, versione originale francese e tedesco sott.it )

Regia: Jean-Marie Straub

Interpreti: Cornelia Geiser

Due brevi brani da Orazio e da Othon di Pierre Corneille e un lungo estratto da Das Verhör des Lukullus  (Il processo di Lucullo) di Bertold Brecht, pièce radiofonica del 1939.

Straub regola i conti con Roma ritornando sulla tragedia Othon, che è all’origine dell’omonimo primo film “italiano” di Straub-Huillet,  e con un confronto diretto, e una riflessione, sul “metodo Brecht” e lo straniamento, portato avanti con una grande attrice franco-tedesca, Cornelia Geiser.

Vedere insieme le tre diverse versioni del film montate da Jean-Marie Straub lascia cogliere con precisione quanto il cinema non ritorni mai uguale a niente, e men che mai uguale a sé stesso.

 

 

IL SETTIMO COMPAGNO DI VIAGGIO        84’

(Sed'moj sputnik, Urss 1967, b/n, v.o. sott. it. )

di Aleksej German e Grigorij Aronov

con Andrej Popov, Aleksandr Anisimov, Georgiy Shtil

Opera prima di Aleksej German, tratto da un romanzo di Boris Lavrenyov. Ambientato a San Pietroburgo nel periodo immediatamente alla rivoluzione di ottobre del '17. Il generale Adamov è stato avvocato nell'esercito dello Zar e professore in legge all'accademia militare prima della rivoluzione sovietica. Nella primavera del 1918 fu arrestato in base false accuse e privato di tutti i suoi beni. Durante gli anni turbolenti della rivoluzione fa in modo di mettere a frutto tutta la sua esperienza per provare la propria innocenza. Rilasciato di prigione dopo che i capi d'accusa sono caduti, diventa un uomo libero, ma la realtà attorno a lui è cambiata, e il suo adattamento alla vita post-rivoluzionaria non è semplice.

 

SCIACALLI E ARABI                11’

(Schakale und Areaber, Svizzera 2011, colore,)

Regia: Jean-Marie Straub

Con: Giorgio Passerone, Jean-Marie Straub, Barbara Ulrich

Nel 1987 Danièle Huillet traduce in francese il racconto Sciacalli e arabi di Kafka e la traduzione appare, volutamente non firmata, sul numero 400 dei “Cahiers du Cinéma”. Venticinque anni dopo Straub ne fa un film.

 

 

 



VENERDI 21  OTTOBRE  2016                RAI3 dalle 01.50 alle 06.00    (250’)   

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

 

INCONSOLABILI ETERNI RITORNI

 

 

a cura di Lorenzo Esposito

 

 

L’INCONSOLABILE – TEATRO DI BUTI          33’        

(Italia, 2011, col)

Regia: Romano Guelfi

Riprese dello spettacolo teatrale che anticipa l’omonimo film di Jean-Marie Straub.

 

 

 

ETERNO RITORNO                      v.o. sott. it.      121’ 27’’

(Vechnoe vozvrashchenie, Ucraina, 2012, col.)

Regia: Kira Muratova

Con: Oleg Tabakov, Alla Demidova, Renata Litvinova, Sergey Makovetskiy, Georgiy Deliev, Natalya Buzko, Vitaliy Linetskiy, Uta Kilter, Yuri Nevgamonny, Gennadiy Skarga, Yana Zargaryantz, Philip Panov.

 

Diversi attori, uomini e donne, interpretano la medesima scena, come fossero dei provini: l’incontro tra due ex compagni di classe. Non si vedono da molto tempo, ma lui avverte l'esigenza di recarsi in città per trovare da lei la risposta a una domanda angosciante: cosa fare quando si amano due donne e non si sa quale scegliere?

Kira Muratova lo dice chiaramente, e subito, nel titolo: Eterno ritorno, dove il film è appunto l’infinito ripetersi dei provini per un film che potrebbe essere tutti i film, anche se a questa immensa statica in prova si contrappone da un lato l’intermittenza sublime e quasi impercettibile delle variazioni nella ripetizione, e dall’altro la potenza della rete di piani sequenza che sembrano voler inventare una danza aerea e invisibile dentro un set insieme unico e espanso, facendoci capire alla fine che ripetizione e variazione, mutazione e ossessione (diremmo proprio la sceneggiatura di tutte le sceneggiature), non rappresentano, ma sono l’occhio. Da questo punto di vista Eterno ritorno, fra i capolavori di Muratova, è il più vicino all’inarrivato La scoperta della vita, che svolgeva le stesse premesse partendo dalla direzione opposta: una apparente casualità d’insieme che invece, proprio come la vita, si scopriva a un certo punto compattissima attorno al centro nevralgico e in combustione dell’esistenza tout court.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN HERITIER

 (Francia – Corea del Sud, 2010, col., 20’, v.o. sott. it)

Regia:  Jean Marie Straub

Con:  Joseph Rottner, Jubarite Semaran, Barbara Ulrich.

Nel 1994, Jean-Marie Straub e Danièle Huillet realizzarono Lothringen!, un adattamento del romanzo Colette Bodauche di Maurice Barrès. Nel 2010, Jean-Marie Straub si reca in Alsazia, per girare il secondo film della serie Barrès, tratto questa volta dal romanzo Au service de l’Allemagne, scritto nel 1903 e ambientato sul Mont Saint Odile, in cui riflette sulla Comune e la vittoria tedesca nel 1871.  Come Joseph, il protagonista del libro, Jean-Marie Straub si incammina in direzione del monte, inoltrandosi nella regione di Colmar e seguendo il percorso di un giovane dottore di campagna. Si imbatterà così nelle case private degli abitanti della zona, costeggiando il famoso muro antico della zona, che doveva essere molto familiare anche allo stesso Barrès. Da qui nasce un film che ripercorre la questione franco-tedesca (ed europea) che si ripercorrerà la storia europea culminando nell’occupazione tedesca della Francia e nel regime di Vichy durante la seconda guerra mondiale.

 

 

L’INCONSOLABILE

(Francia-Italia, 2010, col., prima versione 15’)

Regia: Jean-Marie Straub

Testo. Cesare Pavese Dialoghi con Leucò

Con: Giovanna Daddi; Andrea Bacci 

Orfeo ha letteralmente trapassato l’aldilà. Ciò che Jean-Marie Straub e i suoi due interpreti riescono a far emergere da questo dialogo ha del miracoloso. Il testo di Pavese si riempie di coloriture timbriche, lievi sfumature, diviene musica. Ogni parola emerge cristallina, scandita musicalmente; a volte sembra scivolare, a volte invece si fa pietra, qualcosa di non scalfibile. Questa la sua forza e insieme la sua dolcezza, la sua strana pacatezza. Come se il testo, liberato nella musicalità della re-citazione orale, rendesse palpabile una specie di certezza (è quella che sembra sfoggiare sarcasticamente Orfeo): nella vita accadono specie di cose che ci fanno tremare. A volte sono inevitabili. Bisogna avere la forza di guardarle in faccia. E tutto questo non fa che ripetersi: sono i miti a ricordarcelo. Sono specie di cose migrate nel tempo, che si spostano su un piano d'eclittica. (Rinaldo Censi, La ribellione di Orfeo).

 

 

 

 

Sabato 22  ottobre  2016        RaiTre               dalle 1:55    alle 6:00 (245’)

 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

PER DONALD RANVAUD

un ricordo di fuori orario

 

con il film

 

VISIONI PRIVATE                                                      

(Italia 1990, col., 92’13”)

Regia: Ninni Bruschetta, Francesco Calogero, Donald Ranvaud.

Con: Ninni Bruschetta, , Antonio Caldarella Donald Ranvaud, Jessica Forde, Patrick Bauchau, Bob Swaim, Tatti Sanguineti, David Riondino.

Unica regia per il cinema del critico e produttore Donald Ranvaud, recentemente scomparso, che compare anche nel film nella parte di se stesso. Molto attivo in Italia dove ha vissuto a lungo, Ranvaud è stato un compagno di strada e amico, legato alla cinefilia italiana degli anni d’oro, collaborando ai Festival di Salsomaggiore e di Taormina, prima di dedicarsi soprattutto alla produzione con film di Atom Egoyan (Speaking Parts,  di Chen Kaige (La vita sul filo, Addio mia concubina) e  succcessivamente di Trapero, Walter Salles e Meirelles. Fuori Orario lo ricorda presentando l’unico film da lui diretto, girato nel 1988 al festival di Taormina in complicità con Francesco Calogero e Ninni Bruschetta. Mentre si svolge il Festival  due camerieri cercano di riciclarsi come addetti ai lavori nel campo del cinema, mentre un corpulento produttore muore in circostanze misteriose. Omaggio alla cinefilia festivaliera e scanzonata prima della  deriva  società dello spettacolo.

 

 

a seguire

 

LA CAVIGLIA DI AMELIA

(Italia, 1985, col., 78’54”)

Regia: Francesco Calogero

Con: Amelia Aragona, Roberto Gigante, Daniele Passaro, Gisella Asmundo.

Una sera nella vita di un giovane scrittore, alla soglia del suo secondo libro, che sarà molto diverso dal primo: ambientato all'inizio del secolo, con toni da melodramma, comunque influenzato dagli eventi reali della sua vita. Una vita che non è come si vorrebbe, ed a cui è da preferire la finzione dei romanzi, dove tutto fila sempre per il verso giusto, gli amori vengono ricambiati, le macchinazioni vanno a buon fine...

 

 

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