Violetta - Scatti di scena

Note di regia

Antonio Frazzi

Come sempre a lavoro ultimato si devono scrivere le note di regia da allegare al fascicolo per la stampa. Un compito non facile, soprattutto quando ormai l’opera è completata. Tutto quello che si è voluto dire è “scritto” nelle centinaia di soluzioni prese giorno dopo giorno durante le riprese, nelle molteplici indicazioni consegnate agli attori e nelle tante risposte date alle innumerevoli domande dei collaboratori. Rispondendo alle cortesi sollecitazioni dell’ufficio stampa e cercando un’ispirazione che mi tenesse lontano dalle banalità delle prime note che vengono in mente, mi sono messo a scorrere per l’ennesima volta la sceneggiatura di Violetta... e scritti a lapis ho trovato due appunti che mi hanno accompagnato nella realizzazione di questo lavoro.

La prima nota era scritta a margine della prima pagina:

“L’inizio di Violetta dovrà essere ispirato a quel Preludio al terzo atto dell’Opera di Verdi, dove la zona sonora è rarefatta. La Musica ci dovrà aiutare a percepire il delicato profumo con cui Violetta asperge la sua anima più che il proprio corpo. Perché qui è l’anima di Violetta che ci viene esibita. Quell’anima rimasta immacolata e che all’inizio si mostra attraverso la sua luminosa nudità. Poi, mano a mano che il trucco, gli abiti, i gioielli ne completeranno la vestizione, l’effige di Violetta si dovrà scomporre, raddoppiare, triplicare fino a frantumarsi per acquistare le sue molteplici identità”.

Il risultato di questa nota lo si può trovare nelle immagini della prima scena, quella su cui scorrono i titoli di testa, tanto per intenderci. Io non so se allo spettatore arriveranno tutte le motivazioni, forse no o forse solo in parte... Resta il fatto che questo appunto mi ha spinto a cercare inquadrature che suggerissero prevalentemente una cosa: qui quello che sta andando in scena non è solo il corpo ma anche l’anima di Violetta con la sua molteplice identità. La seconda nota era a metà della prima puntata:
“Lo sguardo di Violetta!” Attenzione, tenere sempre presente il progressivo cambiamento nello sguardo di Violetta durante l’evolversi del racconto... All’inizio Violetta è il centro gravitazionale attorno al quale ruota tutto il suo mondo. Tutti gli sguardi convergono su di lei. Mentre Lei non ha bisogno di specchiarsi nello sguardo degli altri per sentirsi regina. Lei regina lo è!

Voltata la pagina, dalla parte bianca del lato sinistro, la nota continuava per paragrafi con evidenti variazioni di scrittura, ad indicare il tempo intercorso tra una riflessione e l’altra.

L’inizio:
Alfredo in questa fase è uno dei tanti uomini che la corteggiano. Violetta è divertita dalla sua irruenza, dal suo ardore, dalla sua giovane età. Molti dei suoi corteggiatori sono uomini in età avanzata e quindi all’inizio per lei è come un bagno rinfrescante questo gioco quasi adolescenziale cominciato con quel giovane studente. E non è neppure la prima volta che si toglie certi capricci. Lo ha già fatto in passato. E’ una sfida che la diverte in un gioco che conosce bene e che l’ha vista sempre vincitrice.

L’ innamoramento:
Durante la sfida amorosa con Alfredo accade però qualcosa di imprevisto: un malore più grave dei precedenti. La malattia si annuncia con una espettorazione del sangue... La perdita di conoscenza... e il laudano... E questo ‘incidente imprevisto’ è sufficiente perché Alfredo “veda” di Lei quello che altri non hanno “mai visto”. Mai, neppure i suoi amici più intimi sono stati testimoni di questa sua fragilità, di questa sua debolezza, di questa sua paura. Solo Alfredo ha “visto”... e soprattutto dopo aver visto, è rimasto … occhi negli occhi ... mano nella mano ... fino a quando lei non è caduta in deliquio. Lo sguardo di Alfredo, posato su di lei sofferente, è l’ultima cosa che Violetta ha “incrociato” prima di abbandonarsi al narcotico ... E’ per questo che qualche giorno dopo lo va a cercare in mezzo alla folla. Ha bisogno di capire. Le deve delle risposte: Perché si è comportato con lei come nessun altro si era mai comportato? E Lui era sincero quando aveva pronunciato quelle frasi da innamorato? E ancora … ammesso che i suoi sentimenti fossero sinceri, perché non si era più fatto vivo nei giorni seguenti? Come doveva trattarlo? Come tutti gli altri pretendenti oppure questa volta, per la prima volta, doveva lasciarsi andare a quel sentimento che poco a poco sentiva crescere e che non osava confessare neppure a se stessa? Queste sono le ragioni per cui lo sguardo di Violetta in questa fase diventa indagatore dei sentimenti altrui. E’ lei che per la prima volta si sofferma a “guardare” un altro... Ed è lei, per la prima volta, ad avere delle speranze e riporre delle aspettative nella sfera a lei quasi sconosciuta degli affetti. Quello che le accade ha del sorprendente. Da questo momento tutto in lei è teso ad isolare e proteggere questo nuovo sentimento che comincia a prendere forma. Un sogno insperato, imprevisto che potrebbe rivelarsi... anche taumaturgico, miracoloso. Un delirio? Forse … ma dove potrebbe trovar posto ... oltre al riscatto anche la speranza di una guarigione.

Il nido d’amore lontano dallo sguardo degli altri
Lo sguardo di Violetta è diventato pieno, rotondo, luminoso, appagato, come il sorriso della sua anima.. Tutto ciò che è oscuro ora è tenuto lontano. E’ lontano il passato, sepolto nei recessi più lontani della memoria (perché sono lontani gli sguardi di quelli che sanno)... ed è lontano il futuro, la malattia, la morte. Esiste solo il presente che è diventato ai suoi occhi chiaro, nitido, preciso, luminoso come il loro nido d’amore. Lo sguardo di lui invece col passare del tempo comincia sempre più a velarsi di ombre. Per stare con lei ha rinunciato ai suoi ideali. E’ oppresso dai debiti. Gioca nella vana speranza di risolvere la sua situazione finanziaria. E’ sempre più la maschera di se stesso.

Il Sacrificio e l’Umiliazione:
L’arrivo del padre di Alfredo, è l’elemento che accelera una reazione corrosiva sotterranea già in atto. Giorgio Germont, con le sue parole, toglie a Violetta il sogno e la speranza della guarigione. Senza la quale, si trova ricacciata in quel mondo che ormai non le appartiene e che non riconosce più... e dove, come unica ancora di salvezza, non le resta che l’espiazione e il sacrificio.
Roland Barthes ha scritto che il tema centrale della Traviata non è l’Amore... ma il Riconoscimento. Violetta rinuncia ad Alfredo per farsi “riconoscere” dal mondo dei Signori. Ma potremmo anche dire che qui Violetta rinuncia ad Alfredo per riconoscere se stessa attraverso l’Amore. Lo sguardo di Violetta allora cambia, non è più diretto, diventa lontano e sfuggente. Oppure si vela di lacrime quando deve incrociarsi con quello di Alfredo. Perché ha paura di tradirsi. Solo quando non s’incrocia con quello di lui torna ad essere bramoso, con lo scopo di catturare un’ultima immagine dell’amato da conservare e custodire nella memoria. Amami Alfredo è un’invocazione e allo stesso tempo un grido disperato contro la follia di una morte prematura e innaturale.

La Morte:
Lontano da Alfredo lo sguardo di Violetta si spegne. Non ci sono più visioni esterne che riescano a catturare la sua attenzione, se non quelle che evocano il rimpianto di una vita che se ne sta andando. Tutto il mondo si è circoscritto ad un delirio che non va oltre l’ampiezza del suo ansimante respiro. Le poche figure che la circondano sono per lei ombre che fatica a riconoscere come reali. Anche l’arrivo di Alfredo potrebbe essere l’apparizione di un fantasma che emerge dal passato, un’ immagine illusoria e irreale. Quante volte ha sognato o immaginato quel ritorno, e quante volte si è dovuta risvegliare in un lago di illusoria disperazione. Vive in un perenne delirio da troppo tempo. Per questo lo sguardo non è più sufficiente a dare corpo e consistenza a un’entità che è stata desiderata e agognata così a lungo. Questa e solo questa è la ragione per cui Violetta, in quell’abbraccio che la ricongiunge per l’ultima volta ad Alfredo, usa oltre alla vista anche il tatto, l’odorato, il gusto, tutti i suoi sensi per accertarsi della veridicità della sua presenza e trattenere così, con l’immagine di lui, quel barlume di vita che le è rimasto. Ma il suo destino è scritto. Non le resta che l’ultimo atto prima che il suo sguardo si spenga del tutto: consegnare all’amato Alfredo i piccoli segreti del suo cuore di bambina.

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