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La storia

MINISERIE IN 2 PUNTATE
IN ONDA LUNEDI' 8 E MARTEDI' 9 APRILE SU RAI1

Roma, 22 ottobre 1867: la caserma degli Zuavi, i mercenari di Papa Pio IX, viene fatta saltare in aria da tre giovani patrioti (Giuseppe Monti, Gaetano Tognetti e Cesare Costa) per appoggiare il tentativo di Giuseppe Garibaldi di entrare a Roma con il suo esercito e porre fine al potere temporale della Chiesa, ultimo baluardo contro la definitiva unità d'Italia.

L'inchiesta sul grave attentato all'esercito del Papa, che uccide 25 soldati zuavi, viene affidata a Monsignor Colombo da Priverno, un cardinale che sovrintende la Polizia Pontificia, ma che è anche uno dei dodici giudici del tribunale supremo della Sacra Consulta.

Colombo, però, uomo corretto e di vedute liberali, è in forte contrasto con il potente "Papa Nero", il belga Joseph Beckx, capo dei gesuiti e anima nera della Chiesa, che manovra a suo piacere il debole Papa Pio IX e combatte per il mantenimento dello "status quo". Beckx, infatti, comanda al generale Kanzler, capo degli Zuavi, un atto di rappresaglia all'attentato dei patrioti, facendogli compiere una strage al lanificio Ajani, sede e deposito di armi dei cospiratori romani, dove periscono anche donne e bambini. Monsignor Colombo, uomo di chiesa illuminato, reagisce male alla violenta iniziativa del gesuita belga e dichiara tutto il suo dissenso per lo stato d'assedio degli Zuavi, che vessano di continuo la popolazione romana con l'approvazione del Papa Nero.

Nonostante questo, Colombo svolge fedelmente il suo dovere e, individuati i tre responsabili dell'attentato, li fa arrestare per processarli. Ma la contessa Flaminia Ricci, una bella donna di una cinquantina d'anni, gli rivela che Cesare Costa, uno dei tre attentatori, che ufficialmente risulta essere il suo giovane amante, in realtà è figlio loro, frutto di una relazione avvenuta vent'anni prima durante la Repubblica Romana. Colombo, preso in contropiede dalla rivelazione, entra in crisi.

Dopo un'iniziale rifiuto, alla fine cede alle richieste della nobildonna: fa evadere Cesare Costa e lo nasconde in casa sua, grazie all'aiuto di Don Marino, il sovrintendente del carcere, che strappa a Colombo la promessa di una sua raccomandazione per diventare cardinale.

Ma Cesare, beffando la sorveglianza di Serafino, l'anziano perpetuo di Colombo, scappa dalla casa del monsignore e fa perdere le sue tracce. I sensi di colpa assalgono Colombo, che si sfoga con il cardinal Baldoni, il suo anziano confessore, per non essere stato imparziale, avendo lasciato in carcere gli altri due giovani attentatori. Così, quando si apre il processo a Monti e Tognetti, Colombo decide di difenderli apertamente in aula per sostenere le loro ragioni "patriottiche e liberali" nel tentativo di salvarli da una condanna a morte certa. E il tentativo quasi gli riesce, se non fosse che il cardinal Baldoni, determinante nella votazione della sentenza, viene a mancare proprio in aula, colpito da infarto. Sostituito da Don Marino, che nel frattempo si è venduto a Beckx per diventare cardinale, Monti e Tognetti vengono così condannati a morte dal tribunale ecclesiastico. La loro unica possibilità di salvezza è riposta nella clemenza del Papa.

Beckx, indispettito dallo "strappo" del coraggioso cardinale, che giudica molto pericoloso per il futuro della Chiesa e del suo potere, mette Colombo di fronte a un feroce "aut aut": dovrà essere proprio lui a convincere l'anziano Papa a non firmare la grazia ai due attentatori. Solo così avrà la certezza di aver recuperato la sua fedeltà e gli permetterà di salvare la vita di suo figlio Cesare, che nel frattempo ha anche cercato di far evadere i suoi compagni dal carcere con l'aiuto di Teresa Ferri, la suo giovane fidanzata, anch'essa schierata dalla parte dei patrioti romani.

Ma Colombo non ci sta e fa esattamente il contrario: sicuro del fatto che suo figlio è fuggito fuori Roma e si è unito ai reparti garibaldini che stanno avanzando, sfida il potente gesuita e chiede a Pio IX di risparmiare la vita ai due giovani patrioti, dichiarando che solo un atto di clemenza gli restituirà l'affetto del popolo di Roma. Ma il destino è decisamente avverso: Garibaldi viene sconfitto a Mentana dalle truppe francesi che sono giunte a dare man forte ai soldati zuavi, mentre Pio IX, succube di Beckx, non firma la domanda di grazia inviata dai condannati.

Il Papa Nero vendica così l'affronto fattogli da Colombo facendo decapitare i due giovani patrioti e facendo uccidere anche Cesare Costa, mascherando l'omicidio del giovane romano come un delitto d'onore eseguito dal conte Ricci, il marito "tradito" della contessa Flaminia.

Sconfitto e amareggiato, con la morte dei tre giovani che gli pesa sul cuore, Colombo decide di scrivere al Papa per dimettersi da tutti gli incarichi: d'ora in poi farà solo il prete.

E' lo stesso Beckx a mandarlo in esilio, affidandogli una parrocchietta ai confini dello Stato Pontificio, proprio quando Teresa partorisce suo nipote, il figlio di Cesare Costa.
Lì, il 20 settembre del 1870, ormai invecchiato e malato di tisi, Colombo viene raggiunto dalla notizia che Roma è stata liberata dai Bersaglieri, che hanno fatto breccia a Porta Pia.

Con le ultime forze che gli restano, Colombo torna a Roma con un calesse per festeggiare l'evento con la popolazione e muore, felice, tra le braccia del suo fedele perpetuo Serafino.

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